La banda era ben organizzata nello spaccio di droga proveniente anche dall’estero e per la polizia non è stato affatto semplice riuscire a mettere insieme i vari tasselli. Dopo gli arresti del gruppo composto da una quindicina di persone guidate da un marocchino residente in val di Magra sono arrivate ieri pene pesantissime nel rito abbreviato che si è tenuto in Tribunale a Genova davanti al gip Faggioni e pm Manotti. Le condanne per associazione a delinquere sono andate dai 7 ai 10 anni mentre la posizione di Abdel Aloua (ritenuto il coordinatore del gruppo e detenuto nel carcere genovese di Marassi) è stata stralciata e verrà giudicata separatamente. Le indagini erano scattate dopo la morte di una giovane avvenuta nel parco pubblico di Gaggiola a Spezia a luglio 2021. L’operazione portata avanti dalla sezione antidroga della Questura spezzina aveva collegato il decesso al mondo degli stupefacenti iniziando così una lunga indagine che si è estesa non soltanto in città ma anche in Val di Magra, Massa Carrara e Genova.
Ma non è stato affatto semplice, neppure per il nucleo della Ddaa di Genova, riuscire a mettere insieme i tasselli proprio perchè l’organizzazione era particolarmente attenta e ben ramificata, in alcuni casi composta da elementi della stessa famiglia. Gli spacciatori e corrieri infatti utilizzavano più telefoni per comunicare e anche gli spostamenti venivano organizzati come una staffetta. Ogni corriere percorreva un determinato chilometraggio per poi lasciare l’automobile a altri complici oppure utilizzando vetture con il doppio fondo per nascondere accuratamente la droga. La polizia è riuscita a sgominare il traffico attraverso una fitta rete di pedinamenti e utilizzo della tecnologia e apparecchiature Gps per localizzare gli spostamenti e ieri mattina si è svolto il rito abbreviato davanti al gip del Tribunale di Genova.
Massimo Merluzzi