Medici e posti letto, numeri choc: "Ospedali senza personale e servizi"

Il grido d’allarme lanciato nel corso del convegno della Cgil sulla situazione a livello provinciale "Un settore trattato male per troppo tempo che ora rischia di collassare: servono risposte urgenti".

Medici e posti letto, numeri choc: "Ospedali senza personale e servizi"

Medici e posti letto, numeri choc: "Ospedali senza personale e servizi"

Oltre 1000 medici e infermieri in meno rispetto alla media delle altre province liguri, 164 posti letto mancanti tra le strutture del Sant’Andrea di Spezia, del San Bartolomeo a Sarzana e del San Nicolò di Levanto e una carenza complessiva di 1500 posti letto nelle rsa. "La sanità spezzina è, in questo momento, un malato critico. Il più grave di tutta la Liguria". Con queste le parole con cui Luca Comiti, segretario generale della Cgil spezzina ha aperto il convegno ’La sanità dà i numeri’ moderato da Marzia Ilari, segretaria generale della funzione pubblica di Cgil e organizzato dallo stesso sindacato cittadino nela la sala conferenze di Tls. Un’iniziativa propedeutica alla manifestazione provinciale in difesa della sanità in programma il prossimo 14 giugno, oltreché occasione per ribadire quanto siano fondamentali la difesa e il rilancio della situazione sanitaria provinciale.

"Due obiettivi questi – spiega Comiti – che possono essere raggiunti soltanto rendendo più consapevoli tutti i cittadini. Per questo, ci siamo attivati su tutto il territorio, dalla Val di Vara alla Val di Magra, passando dal centro cittadino, per promuovere una riflessione e mobilitazione partendo dalle fondamenta. La questione sanità pubblica deve diventare centrale per ognuno di noi non solo nel momento del bisogno urgente, ma come parte integrante di un modus vivendi. La salute è un diritto di tutti e non può né deve diventare privilegio di pochi". A sottolineare l’importanza della consapevolezza anche Daniela Barbaresi, segretaria confederale nazionale Cgil. "Se si vuole mettere in sicurezza il nostro sistema sanitario nazionale occorre non solo l’impegno quotidiano di ciascuno ma intraprendere percorsi di mobilitazione, vale a dire costruire consapevolezza e partecipazione. E’ fondamentale infatti spiegare temi complessi andando al di là delle facili soluzioni come invece ha fatto finora il governo. Il servizio sanitario nazionale – continua Barbaresi – è stato diffamato e ’affamato’ per troppo tempo e se non si trovano le adeguate risorse si finisce per contare sempre e solo sulla buona volontà del personale, come succede ancora. Un sistema che continua a fare perno sul senso di abnegazione e sacrificio del suo personale è destinato a collassare. Insomma servono risposte e, soprattutto, risorse".

"A 45 anni dalla legge istitutiva del servizio sanitario nazionale – dice Nino Cartabellotta, responsabile scientifico del piano formativo della Fondazione Gimbe – stiamo scivolando oggi inesorabilmente verso un sistema misto, senza che alcuna istituzione ce lo dica apertamente e di cui la Liguria costituisce un "fanalino di coda". Universalità, uguaglianza ed equità, principi fondanti del servizio sanitario nazionale e della sua legge istitutiva del 1978, frutto di grandi battaglie sindacali e di un conseguente patto politico-sociale; sono oggi traditi e perduti. Vediamo infatti lunghissime liste di attesa, a pronto soccorso affollati simili a gironi infernali e difficoltà di accedere ai farmaci in particolare a quelli innovativi che spesso portano alla rinunce alle cure". Il punto regionale, a partire dalle dichiarazioni di Cartabellotta è di Maurizio Calà, segretario regionale Cgil Liguria, che evidenzia quanto sia esiziale l’introduzione dell’autonomia differenziata: "L’autonomia differenziata c’è già e si chiama sanità e a oggi possiamo rilevare il danno che ha fatto, scomponendo e frazionando l’intero sistema italiano. Mi auguro che si arrivi nel nostro paese a una riflessione sulla sanità pubblica finalmente scevra da posizionamenti politici e a un confronto il cui obiettivo siano davvero solo ed esclusivamente il bene e i bisogni reali delle persone".

Alma Martina Poggi