GIANLUCA TINFENA
Cronaca

"Metto in musica il mio amore per lo Spezia Da ‘Si può fare’ ogni inno ha la sua storia"

Riccardo Borghetti ha scritto le note che hanno accompagnato le Aquile nel corso degli anni. "Un gol di Vallongo come colpo di fulmine"

di Gianluca Tinfena

Ha scritto canzoni per tanti big della musica italiana, da Mina a Iva Zanicchi, da Fred Bongusto a Marcella Bella e proprio nel primo periodo di lockdown ha composto insieme a Umberto Smaila la colonna sonora per ‘Troppa Famiglia’, un film che uscirà prossimamente al cinema. Ma per tutti gli spezzini Riccardo Borghetti è l’autore dell’inno delle aquile, quel refrain che ha cadenzato i momenti più belli della storia recente dello Spezia Calcio.

Quando è nato il suo amore per lo Spezia?

"Come per tutti da bambino dopo la prima partita al Picco. Erano gli anni dello Spezia dei gol di Vallongo. Fu proprio un suo gol a rapirmi il cuore per sempre a metà degli anni ’60 al Picco in una vittoria 2-0 contro il Cesena in un bel campionato di serie C che concludemmo al terzo posto. Ricordo in quegli anni io e un mio amico abbiamo provato più volte ad entrare allo stadio da soli senza genitori, riuscivamo a intrufolarci tra la folla con la paura di essere scoperti. Quando ci vediamo ne parliamo ancora oggi con emozione".

Ha scritto più di una canzone per lo Spezia, qual è quella che le è riuscita meglio. Il suo capolavoro?

"Ognuna ha una storia diversa, sarebbe come chiedermi quale dei miei figli preferisco. Il primo inno intitolato ‘Spezia Oh Eh’ conosciuto da tutti come ‘Si può fare’ ha una storia davvero speciale. Per lavoro viaggiavo di continuo tra La Spezia e Milano, ma alla domenica facevo sempre in modo di tornare a casa per seguire le aquile. Era il 1986, quell’anno dello Spezia di Carpanesi senza una società alle spalle e la squadra stava lottando per una storica promozione. A febbraio di quell’anno ero uscito con l’inno e mi ricordo che prima di una partita di campionato entrai tenendo per mano mio figlio nel pantano del terreno del Picco a regalare un disco 45 giri ai giocatori. Diciamo che quell’inno fu la musica perfetta per quella fantastica promozione dalla C2 alla C1 nel segno di Ferretti. E’ lui ancora oggi il giocatore del mio cuore, all’epoca era il nostro Platini".

E’ vero che il nuovo inno ‘Non siete soli’ è stato chiuso in un cassetto 4 lunghi anni?

"Verissimo. Vi racconto questo aneddoto. Lo scrissi nel 2002 durante la cavalcata dello Spezia di Mandorlini interrotta da quel maledetto playoff contro la Triestina. Non era l’occasione giusta per dare un nuovo inno allo Spezia. L’occasione arrivò nell’aprile del 2006, eravamo alla vigilia di Spezia-Genoa e decisi che era arrivato il momento a mio rischio e pericolo. La canzone venne fatta ascoltare allo stadio prima di quella indimenticabile battaglia e direi che ha portato bene. E’ diventata la colonna sonora di quella magica promozione in B. Vendemmo 3500 copie del cd in un mese. Dopo il pareggio di Padova nella settimana successiva ai semafori della città con le auto incolonnate si sentiva solo il sottofondo di ‘Non siete soli’".

Chi è stato l’allenatore o il giocatore che ha apprezzato di più il suo inno?

"Carpanesi fu il primo e con lui mi lega ancora un rapporto speciale. Ma recentemente sono stati due gli allenatori che mi hanno raccontato che facevano ascoltare l’inno alla squadra prima della partita per caricare i giocatori: Marco Rossi, attuale tecnico dell’Ungheria, ai tempi del primo Spezia di Volpi in serie D e Nenad Bjelica in serie B, lui mi ha raccontato che gli serviva anche per far capire ai calciatori stranieri con la musica il significato di indossare la maglia bianca".

Negli ultimi anni ha dedicato allo Spezia altre due canzoni: ‘Pirati’ e ‘Chi non salta è’, ma l’inno con il suo inconfondibile ritmo rock resta il must del tifo spezzino. A proposito di rock chi è il giocatore più rock della rosa attuale dello Spezia?

"Rock significa istinto e dirompenza, per questo ti dico Daniele Verde per il suo estro imprevedibile e anche per il suo look, ma soprattutto M’bala Nzola. Lui ha tutto per essere rock e sono convinto che a ritmo di rock ci darà una grossa mano per conquistare la salvezza e continuare a vivere questo sogno. Come dico in una mia canzone in dialetto ‘Sa podessi sognàe e tocàlo ‘n momento er sogno ca fò, sa podèssi tocàlo co e man da godèmelo ‘n po’’".

Chiudiamo con un appello allo Spezia usando una frase di una sua canzone?

"Spezia…daghe zu che ‘sto viagio a ne pè fenie".