La Spezia, 6 gennaio 2020 - Quella che, all’apparenza, sembrava una normale chiavetta Usb, non era sua. Se l’era trovata dentro la borsa un’insegnante di un istituto superiore scolastico cittadino. La donna, il giorno dopo a scuola, ha chiesto ai colleghi per sapere se, per sbaglio, qualcuno avesse messo la chiavetta Usb nella sua borsa. Uno dei professori ha chiesto di mostrargliela e la sorpresa, a quel punto, è stata totale. Non si trattava di una chiavetta Usb, bensì di una...microspia! Nello specifico, di un congegno elettronico camuffato proprio da comune ’pennetta’, in grado però di registrare le conversazioni di nascosto. "Ma sei proprio sicuro?", ha detto la professoressa, visibilmente stupita, al collega. "Vai tranquilla, è proprio una microspia, si possono trovare su internet e chiunque può acquistarla", è stata la risposta.
A questo punto il passaggio successivo è diventato capire chi avesse messo quella microspia che sembrava una chiavetta Usb nella borsa. Facile immaginare che l’episodio abbia destato un certo scalpore nell’istituto scolastico che è frequentato da tanti ragazzi. La notizia ha iniziato a circolare, anche perché la professoressa ha portato la chiavetta-microspia in classe, chiedendo di chi fosse. E dalle indagini dell’insegnante, sarebbe emerso che quella chiavetta Usb in grado di ascoltare le conversazioni, sarebbe appartenuta ad uno studente della sua classe. Si tratta di un minorenne. Ma come è finita dentro la sua borsa? Un gesto voluto ed effettuato di nascosto, oppure solo una casualità? E, soprattutto, la microspia ha ‘funzionato’, facendo ascoltare le conversazioni della professoressa? Sembrerebbe di sì. Non pubblichiamo il nome della scuola dove è avvenuto l’episodio, a tutela del minore coinvolto.
Sulla vicenda, accaduta prima delle feste, vige ovviamente il più stretto riserbo. Anche se, pare, che la professoressa abbia avuto un colloquio faccia a faccia con la madre dell’alunno. E alla ripresa delle lezioni, sarebbe stato convocato un consiglio di classe durante il quale si affronterà l’accaduto. Finora l’accaduto non ha avuto alcun risvolto di carattere penale, anche perché nel frattempo, da quando cioè la professoressa ha scoperto la microspia nella borsa, ci sono state le vacanze natalizie. Ma pare che la donna abbia contattato il suo legale, ravvisando l’ipotesi di reato di intercettazione abusiva. Massimo Benedetti © RIPRODUZIONE RISERVATA