Fin dai tempi più antichi i porti sono sempre stati luoghi di scambio e di passaggio. Posti dove transitavano continuamente merci e persone, delle enormi porte d’ingresso verso le città, diaframmi tra l’acqua e la terraferma. Anche quello spezzino ha sempre avuto questa natura, con tutta una serie di particolarità che lo hanno fatto oggi diventare il porto più complesso d’Italia. Non il più grande, non il più ricco ma sicuramente il più articolato, quello con più sfaccettature. Nel golfo convivono le une vicino alle altre le attività del commercio, quelle della Marina militare, la pesca, il turismo e i grandi cantieri della nautica. Un quadro così poliedrico rende le attività di controllo e di monitoraggio particolarmente difficili. Per renderle più semplici ed accurate entra oggi in vigore un nuovo sistema di videosorveglianza che si propone di essere un gigantesco occhio sempre vigile, notte e giorno, sia sul versante mare sia su quello di terra. Una sorta di panopticon, perché basato sul principio del massimo utilitarismo, e costruito attorno alla messa in rete di 138 telecamere in grado di garantire un monitoraggio minuzioso all’interno e sul perimetro del porto. La cabina di regia del nuovo sistema di sicurezza sarà una control room, direttamente collegata con la questura e inaugurata ieri pomeriggio nella sede dell’Autorità di sistema portuale. Il principio fondamentale è quello dell’integrazione, per razionalizzare e semplificare le procedure: tanti sguardi diversi in grado di osservare in maniera simultanea un’area vastissima e di attivare un segnale di allarme se si sta verificando qualcosa al di fuori dall’ordinario. Naturalmente la presenza umana rimane fondamentale ma l’intelligenza artificiale del sistema è in grado di decodificare l’anomalia e di indicare una soluzione. Entro febbraio prossimo arriverà anche un controllo degli accessi nel Golfo tramite una tipologia di impianto già in funzione nel porto di Marina di Carrara. Zone potenzialmente sensibili come i due ingressi lato diga, il molo crociere e l’area antistante il rigassificatore di Panigaglia saranno supervisionate da 6 sensori e termocamere installate su tralicci in grado di intercettare qualunque movimento sospetto. In un passaggio ancora successivo sarà il momento di droni aerei e sottomarini, per scrutare ogni piccola cosa che si muove sopra e sotto l’acqua. Tanti occhi virtuali serviranno non solo a dare l’allarme in caso di attacco o di emergenza ma anche a verificare il corretto svolgersi delle attività quotidiane, aiutando a combattere inciviltà e inquinamento.
Vimal Carlo Gabbiani