Due mandati come sindaco di Monterosso con il centrosinistra, il tris svanito per un pugno di voti alle ultime amministrative. Ma la politica è una passione che non scolorisce per Emanuele Moggia, che si candida nella lista civica ’Liguri a testa alta’ e auspica una "rivoluzione gentile".
Che intende?
"Una politica che cambi passo, fatta di correttezza, onestà, giustizia, trasparenza, attenzione alle istanze dei più deboli, ma anche ai rapporti con il mondo dell’economia e della finanza".
Perché questo nuovo impegno?
"Da amministratore ho sperimentato il sistema Toti sulla mia pelle, con una Regione sorda alle richieste dei territori e di interazione; che ha declinato la politica in sordità e ostilità a fronte di esigenze comuni. A maggio non mi sono stupito dell’arresto di Toti, avendolo visto all’opera. Ho sperimentato le conseguenze di una politica non a servizio del bene comune, ma di interessi particolari. Per me, invece, la politica è trovare insieme soluzioni a problemi comuni, come diceva Lorenzo Milani, uno dei miei riferimenti".
Cosa rimprovera di più alla giunta Toti?
"Cito due cose che mi hanno visto in prima linea: il rincaro dei biglietti dei treni per le Cinque Terre, unico sindaco ad averlo osteggiato apertamente e un episodio legato al Covid. Avevo trovato una decina fra medici e infermieri con seconda casa a Monterosso, tutti dipendenti di altre Asl, disposti a venire a vaccinare in concomitanza con i permessi. Ho proposto di creare un hub per sgravare il servizio sanitario pubblico e lui mi ha attaccato in diretta Facebook dicendo che non era possibile, poi dopo poco più di un mese ha creato un nuovo hub alla fiera di Genova in convenzione col privato, estendendola alle farmacie".
Toti è tornato ad affacciarsi sulla scena politica.
"Non ne posso pensare bene: non c’è più misura etica di quello che dovrebbe essere il senso del limite e del pudore, perché la vera politica è altra cosa".
Se sarà eletto, su cosa interverrà subito?
"La sanità è ovviamente fondamentale. Se ci sono stati giganti come Tina Anselmi che hanno tradotto il diritto alla sanità per tutti, a De Ferrari ci sono stati nani che hanno lavorato per smantellare un patrimonio e svenderlo ai privati. Poi, il dissesto idrogeologico: dobbiamo sì mitigarlo, ma soprattutto mettere il territorio in sicurezza definitivamente, anche spendendo di più. Inoltre, agire a favore di giovani e famiglie: queste ultime chiedono servizi e ascolto, ci sono troppe giovani madri che devono scegliere fra lavoro e figli e questo non ostacola soltanto la loro indipendenza, ma frena la crescita di tutta la regione". Infine, perché sostiene Andrea Orlando?
"Credo che lui sia la persona giusta per incarnare i principi di quella rivoluzione gentile che è necessaria per la Liguria. Ha tutte le caratteristiche giuste".
Chiara Tenca