Due artisti, Giorgio Morandi e Lucio Fontana che, da tempo, ormai abitano negli occhi di tutti noi – come sosteneva Cicerone delle persone famose – e che indubbiamente hanno cambiato il nostro modo di guardare il mondo e pensare all’arte. Il Camec, nel suo nuovo corso di rilancio realizzato dal Comune in partnership con Fondazione Carispezia, presenta la mostra ‘Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito’. Si terrà dal 12 aprile al 14 settembre, a cura di Maria Cristina Bandera, tra le maggiori studiose dell’arte del Novecento, e Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze.
"Il grande progetto di rilancio del Camec – dichiara il sindaco Pierluigi Peracchini – entra nel vivo con una prima grande esposizione dedicata a due artisti di fondamentale importanza nell’arte contemporanea. Una mostra che saprà richiamare visitatori nazionali e internazionali, che potranno anche godere del nuovo riallestimento della collezione permanente, magistralmente curato dal professor Gerhard Wolf, e della nuova Accessibility Room, fiore all’occhiello dell’arte accessibile a tutti". Aggiunge Andrea Corradino, presidente di Fondazione Carispezia: "Con questa iniziativa, ancora una volta, il Camec si dimostra uno spazio vivo e aperto al dialogo non solo con le realtà locali, ma anche con le istituzioni del mondo dell’arte".
Di Morandi, nature morte fatte di colore e luce, paesaggi contemplati in lontananza, muri riscaldati dal sole d’estate, caseggiati che quasi svaniscono come cenere al vento. Oggetti quotidiani e domestici, luoghi umili e familiari, che risorgono eterni, immortali, irriducibili allo scorrere della vita, all’inevitabile logoramento, alla scomparsa. E questo loro essere eternamente presenti deriva dal fatto che custodiscono tanto il visibile quanto l’invisibile. Le opere di Fontana nascono con la volontà di rinunciare ad ogni inganno ottico, alla riproduzione della realtà, per aprirsi all’immaginazione dell’infinito. Fontana crea una doppia vertigine, che è tanto concettuale quanto visiva-percettiva; l’infinito si restringe tra i bordi del taglio e la nostra finitudine si getta a capofitto oltre il limite dello spazio di rappresentazione.
"Il nuovo e non scontato accostamento di Morandi con Fontana – spiega Bandera – impone di guardare le sue opere con occhio nuovo. Non solo mettendo a fuoco le composizioni, le infinite variazioni, le sue geometrie, i rapporti tra i volumi, lo scalare delle forme, le armonie dei colori, i superbi esiti tonali, la scansione delle luci e delle ombre, ma impone di intendere il valore degli spazi, così da coglierne l’enigma".
Due innovatori che negli ultimi decenni sono diventati punto di riferimento per gli artisti nel mondo, offrendo argomenti e spunti di riflessione e di sviluppo ognuno a suo modo inconfondibile e di pari importanza. La valutazione della statura esemplare di Morandi e Fontana è cresciuta, si è consolidata e crescerà ancora fuori da definizioni generiche e superficiali. Lontano da costrizioni ideologiche e linguistiche, che nel passato hanno voluto definire e delimitare la loro singolare intensità operativa, facendo perno su una limitante formulazione di stile che non poteva apparire che reciprocamente opposto in due personalità così diverse per temperamento e ispirazione. "Pur restando inconciliabili come due rette parallele – conclude Risaliti – , l’uno e l’altro hanno indirizzato lo sguardo verso l’infinito e l’invisibile. A Morandi era caro l’infinito dell’invisibile. A Fontana l’invisibile dell’infinito".