REDAZIONE LA SPEZIA

Giovani morti in cava, "E’ scattato l’allarme, qualcuno è fuggito", la testimonianza

L’episodio nella notte di domenica in una villa. Si indaga su eventuali collegamenti

Gli investigatori sul luogo della tragedia (Frascatore)

Gli investigatori sul luogo della tragedia (Frascatore)

La Spezia, 25 maggio 2017 - Alle 23 di domenica scorsa, in una villa con cancello d’ingresso al bordo della Litoranea, posto a quasi ad una cinquantina di metri dalla verticale della cava dell’Acquasanta, è suonato l’allarme antifurto, collegato alla centrale operativa dell’Istituto di Vigilanza La Lince. All’interno c’era la proprietaria, in attesa del marito, un famoso ristoratore di Vernazza, Paolo Basso. «Ha udito suonare l’allarme, si è sporta dalla finestra e ha visto delle ombre dileguarsi in prossimità del cancello che si affaccia sulla via litoranea», dice l’uomo che abbiamo raggiunto e che, al momento, aveva già riferito la circostanza alla Polizia.

Sul posto, domenica sera, è arrivata una pattuglia della Lince. Ha effettuato un’ispezione, ha accertato che nulla era stato rubato e si è poi congedata, con le strette di mano dei proprietari della villa, che hanno constatato l’efficacia del sistema d’allarme, benedicendo il giorno in cui l’hanno installato.

C’è una relazione con quel fatto e i cadaveri dei due giovani albanesi in fondo alla scarpata? L’interrogativo è aperto, costituendo il fondamento di un’ipotesi che si ancora anche ad un’altra circostanza: i due giovani albanesi indossavano due tute da ginnastica scure e avevano i guanti alle mani, protezione non certo da mettere in relazione alla stagione.

Il punto di rinvenimento dei cadaveri, a pochi metri uno dall’altro, è compatibile con la caduta dalla scarpata che si apre proprio lungo la via Litoranea. Ma, circostanza al vaglio in serata dall’anatomopatologa Susanna Gamba, attorno ai cadaveri non c’erano tracce di sangue di particolare ampiezza. A precipitare sul posto sono stati dei cadaveri senza più sangue in circolo? Il che lascerebbe pensare che qualcuno abbia pensato così di liberarsi di loro. Di certo le condizioni dei cadaveri sono compatibili con un decesso risalente a tre-quattro giorni prima il rinvenimento delle carcasse. A dare l’allarme è stato un amico dei due giovani albanesi che erano andato a cercarli proprio in quel punto, evidente ipotizzando che proprio lì avrebbe localizzati. Per lui, nella notte, un lungo interrogatorio in questura. In parallelo, sul posto, i rilievi del medico legale, in stretto contatto col pm Federica Mariucci. Questa mattina la decisione sull’iscrizione del fascicolo, se con un titolo di reato o no.

Corrado Ricci