Due storie drammatiche, quasi speculari, nelle quali i decessi - uno risalente al 2 gennaio, l’altro al 5 - sono conseguenza dei contagi avvenuti nell’ospedale Sant’Andrea, nel reparto di Ortopedia, lì dove due anziani avrebbero dovuto essere rimessi in sesto, dopo le fratture al femore. Una ricoverata il 17 dicembre, l’altro il 18. Lei di 89 anni, lui di 85, entrambi trasferiti all’ospedale di Sarzana in rapida successione, tra il 27 e il 28 dicembre. Così l’effetto devastante del cluster che, misteriosamente, si è creato nel reparto dell’ospedale ’pulito’, sull’onda lunga dei contagi che, nelle ultime settimane, hanno interessato anche altri presìdi del Sant’Andrea che avrebbero dovuto restare al riparo dal Covid-19: Pronto soccorso, Neurologia, Medicina Interna. Ieri sera da quest’ultimo reparto, la decisione di trasferire all’ospedale di Sarzana alcuni pazienti contagiatisi all’interno, rendendo vane le premure per evitare l’ingresso del virus, gli sforzi per le sanificazioni. Ciò mentre monta l’amarezza e la rabbia tra i familiari dei pazienti deceduti o solo ammalatisi e, visto il trend, seppur negativi agli ultimi tamponi, potenzialmente a rischio di incubazione.
Nel caso dall’anziana di 89 anni il contagio si è palesato alla vigilia del suo ritorno a casa per dare corso alla riabilitazione tra le mura domestiche, preferita dai familiari rispetto al trasferimento al don Gnocchi, proprio perché anche lì il Covid- 19 aveva fatto ingresso, sembra per effetto del trasferimento di un paziente da Ortopedia. La notizia della sua storia ha avuto l’effetto del tam-tam in città in conseguenza della rilevanza pubblica del personaggio, del suo spessore intellettuale e del suo prodigarsi per tanti ex ragazzi, suoi allievi. Lei è infatti la professoressa Maria Teresa Zoccoli in Veronesi, ex preside delle scuole di via Napoli, autrice di libri di fiabe per bambini, convinta della bontà di un metodo didattico: stimolare la fantasia dei piccoli, entusiasmarli alle storie inventate, ma anche vere e legate al territorio, è tra i migliori percorsi di crescita.
I familiari hanno apprezzato le tante attestazioni di cordoglio che si sono succedute nelle ultime ore. "Grazie della partecipazione al nostro dolore" dice la figlia Emma Veronesi, medico al Pronto Soccorso dell’ospedale di Fivizzano, impegnata in prima linea nella lotta al Covid-19, lacerata per quello che è accaduto alla mamma. Nessuna accusa ma tanta amarezza, tanto più profonda a motivo della consapevolezza che qualcosa non abbia funzionato proprio là dove avrebbero restituirle l’adorata mamma, con ancora tanta voglia di vivere, di raccontare. Condivide il dolore il fratello Ugo, libero professionista. Si fanno forza a vicenda, grati per le testimonianze di affetto al ricordo di Maria Teresa, educatrice modello della nostra città.
Corrado Ricci