REDAZIONE LA SPEZIA

"Le ho detto: il panificio è chiuso. Che strazio l’urlo della mamma"

La donna ha telefonato al bar per sapere se Edoardo aveva aperto

Lutta alla panetteria ‘Sapore di Pane’ di Edoardo Zanardi

Lutta alla panetteria ‘Sapore di Pane’ di Edoardo Zanardi

La Spezia, 1 settembre 2017 - «MI ha chiamato sua madre per chiedermi se il negozio del figlio era aperto, quando le ho detto che la saracinesca era abbassata ha iniziato ad urlare ‘Allora era lui’ e ha riattaccato». Stefano Merlo, il titolare del Bar Bonanini di via Pozzuolo, vicino alla panetteria ‘Sapore di Pane’ gestita da Edoardo Zanardi è ancora sotto shock. Una tragedia che ha lasciato senza parole tutto il quartiere del Favaro dove Edoardo era molto conosciuto. Ieri, quando lo abbiamo incontrato all’interno del suo bar, non riusciva a trattenere le lacrime, soprattutto quando vedeva le persone che depositavano mazzi di fiori sulla porta della panetteria. Il 26enne da tempo lavorava nel quartiere, dove aveva aperto l’attività con la ex compagna. Quando i due si erano separati, qualche anno fa, Edoardo aveva deciso di non abbandonare la sua passione e tra le difficoltà economiche, poi superate, aveva rilevato quel piccolo negozio, diventato punto di riferimento di tutto il Favaro. «Era un ragazzo che si era inserito bene nel quartiere, tutti gli volevano bene. Era disponibile e molto gentile. La notizia della sua morte ci ha colpito duramente: è come se fosse venuto a mancare un nostro figlio» dice Merlo. «Quando ho detto alla madre che il forno era ancora chiuso ha capito che la vittima dell’incidente era sua figlio. Forse, transitando sul raccordo, aveva visto i soccorritori intenti a rianimare una persona per terra ed ha riconosciuto l’auto di suo figlio. Per questo mi ha telefonato e io, non sapendo ancora cosa fosse successo, le ho semplicemente riferito che Edoardo ancora non aveva aperto la bottega. La mamma ha iniziato a urlare la sua disperazione».

UNA disperazione che ieri era impressa negli occhi di quanti conoscevano quel giovane, amante della vita e del suo lavoro. Un giovane che aveva sofferto per la perdita improvvisa del padre, un anno e mezzo fa, e di recente per la morte della nonna. «Tempo fa – dice Nadia Bartolomei – ho raccontato a Edo di essere stata operata alla tiroide e lui mi ha detto ‘mio padre purtroppo non ha avuto questa possibilità’. Mi dispiace terribilmente per quanto gli è successo. Era una ragazzo simpatico, proprio carino nei suoi atteggiamenti. Ho una figlia poco più giovane di lui, ho i brividi se penso cosa possa provare quella madre che, all’improvviso, viene a sapere di aver perso un figlio. Il dolore è immenso, anche per noi perché un po’ tutti consideravano Edo come uno di famiglia». Un dolore che nessuno ieri mattina davanti alla panetteria di via Pozzuolo, riusciva a trattenere.

“CIAO EDO” è la scritta nei biglietti lasciati sui mazzi di fiori, all’ingresso del negozio, dove dalla vetrina si intravvedono i sacchi di pane, il lavoro della giornata rimasto sospeso. Davanti a quei fiori bianchi con i fiocchi azzurri, ieri mattina siamo stati fermati da un uomo, che si domandava cosa fosse successo. Era un rappresentante che aveva appuntamento con il 26enne. Gli abbiamo riferito l’accaduto e lui, incredulo e spiazzato, è rimasto lì a guardare attonito quei fiori. «Non riesco a crederci, è impossibile, ditemi che non è vero» è stato poi il grido di dolore di Anna Cioli che, tra le lacrime, ha voluto ricordare così Edoardo: «Era un ragazzo che si dava da fare. Ed era molto gentile. Tempo fa avevo bisogno di un cubetto di lievito e me l’ha regalato. Era adorabile». «Mi dispiace davvero tanto – aggiunge Roberto Capitani, un altro residente del Favaro –, gli volevo bene come a un figlio».

Laura Provitina