MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

Travolto e ucciso sulla strada. Maxi risarcimento ai familiari: sentenza dopo dieci anni

Il trentenne venne investito sul ponte del Magra e morì dopo due giorni di agonia. L’investitrice ’pirata’ si presentò alla polizia soltanto il giorno successivo all’incidente

Un'aula di tribunale (Foto Ansa)

La Spezia, 18 giugno 2024 – Un risarcimento di mezzo milioni di euro alla famiglia del 39 enne marocchino vittima dell’incidente sulla strada. E’ arrivato alla conclusione l’iter processuale avviato esattamente 10 anni fa quando l’uomo venne travolto da una automobile guidata da una donna che poi non si fermò neppure per soccorrerlo, ma si presentò soltanto il giorno dopo alle forze dell’ordine. La tesi difensiva dell’avvocato Gianfranco Borrini che ha seguito il lungo percorso è stata accolta dal giudice Gherardi del Tribunale della Spezia. Il giudice ha riconosciuto la responsabilità esclusiva dell’incidente a carico della conducente dell’automobile investitrice stabilendo il risarcimento in favore dei due fratelli, altrettante sorelle e alla madre della vittima sia per il danno terminale sofferto dalla vittima durante i due giorni di agonia che quello parentale con la somma complessiva mezzo milione di euro oltre alle spese legali di causa.

In questa sentenza il giudice spezzino ha applicato le nuove tabelle stabilite dal Tribunale di Milano redatte per determinare i parametri ed i coefficienti applicabili per risarcire in maniera omogenea a livello nazionale i danni e le sofferenze subite dai parenti delle vittime di incidenti stradali ma anche per le responsabilità mediche. ll marocchino era da poco arrivato nel nostro Paese in cerca di lavoro insieme al fratello e risiedeva a Spezia. L’incidente avvenne la sera del 4 giugno del 2014 mentre era in sella alla bicicletta e stava percorrendo il ponte sul fiume Magra tra Sarzana e Romito Magra. Una automobile lo ha centrato e travolto trascinandolo per vari metri. Ma il ’pirata’ della strada non si fermò per chiamare i soccorsi e prestare aiuto all’uomo, lasciandolo agonizzante sull’asfalto fino all’arrivo di altri automobilisti che avvertirono il 118.

Sul luogo dell’incidente intervennero anche i mezzi della Pubblica Assistenza e della polizia stradale. Soltanto la mattina seguente l’investitrice si presentò alla polizia che nel frattempo aveva già avviato l’indagine che l’avrebbe identificata grazie alla visione di alcune videocamere di sorveglianza private nella zona che immortalarono il passaggio dell’automobile e anche da alcune parti della carrozzeria del veicolo rimaste sulla strada dopo il violento impatto. Il poveretto si è spento in ospedale dopo due giorni di agonia senza mai più riprendere conoscenza mentre la donna subì il processo patteggiando la condanna. La famiglia del marocchino si è quindi rivolta all’avvocato Gianfranco Borrini del foro spezzino e dopo dieci anni è arrivato il risarcimento per i famigliari.