REDAZIONE LA SPEZIA

Muore al San Bartolomeo in attesa dell’intervento

I familiari chiedono chiarezza: "E’ stato rimpallato da un ospedale all’altro Il 4 maggio volevano dimetterlo, ci siamo opposti e poche ore dopo è spirato"

L’interno di un ospedale

Ameglia(Spezia), 13 maggio 2021 - I famigliari non si danno pace e vogliono capire se la tragedia potesse essere evitata senza quel rimpallo di ricoveri tra un ospedale e l’altro, dimissioni e silenzi fino a arrivare alla morte del loro caro. Ma oltre al dolore per la morte di Massimo Sommovigo, 64 anni di Ameglia, i parenti hanno dovuto sopportare la beffa di non poterlo tumulare al cimitero di Montemarcello dove l’uomo abitava perchè al camposanto non c’è posto e l’alternativa proposta è di trasferirlo a Ameglia. Una vicenda assurda quella che la cugina Marzia Parmigiani ha voluto raccontare dopo il funerale e nell’attesa di avviare l’iter che faccia luce sul decesso del loro congiunto. L’uomo viveva solo e si appoggiava proprio alle cugine, soprattutto in questo periodo delicato per le sue condizioni di salute che avrebbe però potuto risollevare grazie all’intervento chirurgico all’esofago già fissato a Pisa il prossimo 18 maggio. Ma all’operazione non ci è arrivato perchè Massimo Sommovigo si è spento all’ospedale San Bartolomeo di Sarzana dove è stato trasportato dopo una serie di ricoveri e attesa al Sant’Andrea. Tutto è stato causato da forti dolori al ventre che, qualche settimana fa, lo hanno costretto a farsi visitare al pronto soccorso della Spezia. E da quella sera è iniziato il calvario. «Vogliamo sapere come è morto nostro cugino – spiega Marzia Parmigiani – perchè non è possibile che un mal di pancia lo abbia portato alla morte. La prima volta che lo abbiamo accompagnato al pronto soccorso della Spezia è stato dimesso nonostante avessimo specificato che si trattava di un paziente estremamente fragile". Il ritorno a casa però non ha migliorato la situazione e così Sommovigo è stato riportato al pronto soccorso di Sarzana. "Dopo tre giorni senza un posto letto – continua – è stato trasferito al Sant’Andrea. Non potevamo andarlo a trovare per via del protocollo sanitario che impedisce le visite ma lo abbiamo sentito al telefono e ci continuava a ripetere di avere dolori alla pancia. Ma il 4 maggio ci hanno comunicato l’intenzione di dimetterlo perchè nel frattempo era arrivata la comunicazione dell’ospedale di Pisa con la quale ci chiedeva di iniziare la preparazione all’intervento chirurgico". In pratica l’uomo avrebbe dovuto essere sottoposto al trattamento con sacche nutrizionali proprio per arrivare in buone condizioni all’operazione all’esofago. «Secondo i medici dell’ospedale spezzino – continua Marzia Parmigiani – il trattamento avrebbe potuto farlo anche a casa. Ma ci siamo opposti e così è stato trasferito al reparto di geriatria del San Bartolomeo dove è arrivato alle 19 e alle 2 di notte è morto. Il geriatra Della Bona si è dimostrato di una straordinaria umanità ma gli altri? Perchè è morto in quel modo?". Ma Massimo Sommovigo non ha avuto pace neppure dopo la cremazione: al cimitero di Montemarcello non ha trovato un loculo per raccogliere le ceneri che la famiglia non vuole portare al cimitero di Ameglia. Massimo Merluzzi