REDAZIONE LA SPEZIA

Museo Tecnico Navale, si cambia. In corsa una cordata tutta spezzina. Commissione al lavoro sui requisiti

Dopo tre tentativi andati a vuoto, c’è fiducia sul fatto che il bando di gestione possa chiudersi positivamente. Una gara da 4,2 milioni di euro. Capofila è Italian Blue Growth, la società presieduta da Cristiana Pagni .

Museo Tecnico Navale, si cambia. In corsa una cordata tutta spezzina. Commissione al lavoro sui requisiti

È arrivata invisibile come un sommergibile e silenziosa come un barchino assaltatore la cordata, quasi tutta spezzina, che punta ad acquisire la gestione del Museo Tecnico Navale che la Marina, per ragioni di bilancio, deve gioco forza esternalizzare. Dopo tre tentativi andati a vuoto, il bando emesso da Difesa Servizi (la società in house del ministero) ha ricevuto a fine febbraio un’offerta presentata da un pool di realtà operative sul territorio. Attualmente la proposta è al vaglio della commissione di gara, che sta valutando l’aspetto amministrativo ma la fiducia che il responso sia positivo sembra crescere ogni giorno di più.

Il valore economico a base di gara ammonta a 4 milioni 200 mila euro, per una durata di 12 anni. In questo lasso di tempo i nuovi gestori dovranno valorizzare un museo che contiene autentici tesori ma che paga lo scotto di un’esposizione un po’ statica e non particolarmente interattiva. Il bando stima investimenti per 850mila euro in sistemi tecnologici e multimediali, 700mila per opere architettoniche, 300mila per nuovi allestimenti e 70mila in promozione e comunicazione: risorse che serviranno per far compiere un deciso salto di qualità a un museo che ha comunque chiuso il 2023 con circa 37mila visitatori registrando una crescita del 30% sul 2022. Che cosa motiva diverse realtà economiche e imprenditoriali a mettersi in gioco e – fatto assai raro nella nostra provincia – a fare squadra? Sicuramente l’alto potenziale dell’operazione, in termini di creazione di legami e di ritorno di immagine, gioca la sua parte. Ma ad animare questo sforzo collettivo, così viene detto, “è soprattutto la precisa volontà di custodire la gestione del Museo Navale in mani spezzine”. Capofila della cordata è Italian Blue Growth, la società presieduta da Cristiana Pagni sotto il cui impulso è nata la manifestazione di Seafuture. Dietro la Ibg sono arrivate via via la Fluid Global Solutions, la Euroguarco, la Cali Cattaneo, l’Opera Laboratori Fiorentini, la Cooperativa Zoe e il Consorzio marittimo di navigazione Golfo dei Poeti. Un mix di soggetti che svariano dall’industria al turismo e alla cultura. Il verdetto della commissione dovrebbe arrivare a breve, le sensazioni sembrano positive ma come è comprensibile ancora non si ci si vuole sbilanciare. Se la sala delle polene lascia impressionato chiunque la veda, il resto del percorso espositivo beneficerebbe non poco di un’operazione di restyling. Si dice spesso, a volte con qualche detestabile accento di snobismo che porta a guardare tutto quello che viene fatto all’estero come qualcosa di per sé migliore, che un patrimonio di così grande rilievo avrebbe trovato in Francia o in Inghilterra miglior fortuna.Se questo rilancio atteso da tempo avvenisse grazie ad uno sforzo congiunto della città sarebbe un segnale non trascurabile.

VCG