ROBERTA DELLA MAGGESA
Cronaca

Natale si lecca le ferite: "Ma mi rifiuto di dare le pagelle agli alleati. Ora sotto con Genova"

Il segretario generale del Pd fa il punto dopo il responso delle urne "Le mie dimissioni? Nessuno le ha chieste, ma non mi nascondo".

Rivendica con orgoglio quel 28,5% che fa del Pd il primo partito della Liguria. Ma il segretario regionale Davide Natale non si nasconde dietro un dito. E sa bene che il campo largo è al momento un vaso dentro al quale riecheggia la sola voce dei dem.

Natale, il Pd ha fatto un risultato storico, ma non è stato sufficiente. Perché?

"Nessuno di noi si aspettava una prova così importante, anche se i sondaggi ci dicevano che c’era riconoscimento del ruolo. Purtroppo non siamo riusciti a fare sul Ponente l’operazione che avremmo voluto portare a casa: si trattava non tanto di scalfire un centro di potere che oggettivamente c’è e che si è consolidato nel tempo, ma di parlare a quelle vaste fette di elettorato che disertano le urne. Purtroppo non siamo riuscire a intercettare la platea dei non votanti".

Parla di Imperia, ovviamente. E a Savona?

"In tutto il Ponente l’affluenza è stata molto bassa, ma nel Savonese c’erano oggettivi problemi legati al maltempo".

Beh, anche nel Tigullio non è andata a gonfie vele...

"Vero. Speravamo in un risultato migliore: evidentemente siamo stati penalizzati dal fatto di aver perso il comune di Sestri Levante e quindi l’importante ruolo di cerniera che esso esercitava rispetto ai territori limitrofi e all’entroterra".

Si aspettava un risultato così deludente da parte del M5S? Quanto hanno pesato sul voto gli screzi degli ultimi giorni tra Conte e Grillo?

"Tutto ha avuto un ruolo. Com’è che si dice? Il battito d’ali di una farfalla a Pechino può causare un uragano a New York? Ciò detto non credo, in tutta onestà, che la sconfitta sia imputabile a quello. Abbiamo perso per una manciata di voti...".

Beh, la matematica non è un opinione. In quattro anni il M5S è passato dal 7,8 al 4,5%...

"Mi rifiuto, da segretario regionale del Pd, di dare le pagelle agli alleati. Tutti hanno fatto la loro parte"

E il veto dei grillini sulla partecipazione dei moderati di Italia Viva? Anche quello è stato ininfluente?

"Anche in questo caso è troppo comodo fare gli allenatori del giorno dopo. Certo, quando si è consumato lo strappo, sul tema era in corso una discussione sui tavoli nazionali. Forse si sarebbe potuto gestire il confronto in modo più efficace, ma resto della mia opinione: abbiamo recuperato 16 punti percentuali, è manca la spinta per fare l’ultimo balzo in avanti, quello decisivo. Succede quando l’affluenza alle urne si assottiglia. E la nostra sfida deve essere questa: allargare il più possibile la platea degli elettori".

A breve Genova tornerà alle urne per eleggere il nuovo sindaco. Le vostre aspettative?

"Bucci è stato scelto dalla coalizione di centrodestra per contrastare l’avanzata del campo largo nel comune capoluogo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Vietato sedersi sugli allori, quindi: dobbiamo partire con largo anticipo per proporre un programma innovativo e una leadership forte".

Avete già iniziato a ragionare su una possibile candidatura?

"Assolutamente no. Il Pd di Genova dovrà discuterne al proprio interno, ovviamente con il supporto del regionale".

E sarà lei a condurre i giochi?

"Vedremo".

Qualcuno ha alluso alla possibilità che lei si dimetta dal ruolo di segretario regionale...

"Nessuno me l’ha chiesto. E il fatto che il partito sia arrivato al 28,5% dei consensi mi rasserena. Poi chiaramente chiunque faccia il segretario di partito sa che il proprio mandato è sempre a disposizione del gruppo dirigente e degli iscritti. Se qualcuno vorrà aprire la discussione, mi troverà pronto".