Ameglia (La Spezia), 16 dicembre 2016 – Catturare l’attimo e la magia di alcuni dei posti più incantati e suggestivi dello Spezzino e contemporaneamente essere capace di giocare con elementi della natura e oggetti insoliti, creando abbinamenti mai visti. Così Federico Baronti (nella foto) fotografo non professionista amegliese, ha ottenuto due prestigiosissimi riconoscimenti da altrettante realtà rinomate non soltanto tra gli appassionati dell’obiettivo, ma anche tra il grande pubblico: si è classificato terzo nel concorso di fotografia annuale indetto dal National Geographic e ha ottenuto il premio Nikon Talents 2016 per il portfolio più originale. Niente male per Baronti, che ha avuto un vero e proprio colpo di fulmine nel 2003 per quest’arte, ed è cresciuto di anno in anno fino a conquistare riconoscimenti di questo calibro.
Il National Geographic ha scelto la tua foto di Manarola, realizzata in un momento davvero particolare...
"Ho immortalato una mareggiata molto forte: sapevo che ci sarebbe stata e sono andato apposta. Il primo tentativo è stato a Riomaggiore, ma la diga davanti al paese proteggeva le acque dalla tempesta, allora mi sono spostato a Manarola. Sono andato in passeggiata, dove ci siamo ritrovati in due: io e una persona del posto, che mi ha messo subito in guardia dal pericolo; ho preso il tempo e ho scattato, per poi tornare indietro di corsa… fra un’onda e un’altra. Ho atteso questa esplosione di schizzi e non mi sono neanche bagnato! Questo scatto è molto piaciuto, perché non è il classico paesaggio che si trova ovunque e in più è monoscatto, quindi diverso da quel che si vede di solito. Sui social nei vari gruppi ha avuto un vero successo, anche 20mila ‘like’".
La giuria del premio Nikon ha, invece, scelto il progetto “Fondness’’, composto da tre diverse fotografie. Di cosa si tratta?
"L’ho spuntata su 3000 persone e 20mila fotografie, aggiudicandomi un buono per prodotti fotografici: tutte e tre le foto sono state realizzate nella nostra provincia, con accostamenti e tecniche particolari. La prima immortala due piccoli manichini di legno nella caletta di Maralunga, la seconda, realizzata nel cuore di Lerici con un obiettivo Anni Cinquanta, due miniature per i plastici della dimensione di pochi millimetri davanti ad uno sfocato a pallettoni, mentre l’ultima ‘cattura’ un dirigibile di legno con appesi due pupazzi a Marinella di Sarzana. Questo insieme è stato premiato per la sua inusualità".
I tuoi paesaggi hanno davvero poco di classico: concordi?
"Direi di sì: preferisco concentrarmi sugli ambienti urbani e industriali: in questo periodo, ad esempio, mi sto dedicando a lavori sugli elementi abbandonati nelle periferie spezzine, come il parco giochi di Gaggiola: le sue palle di ferro tubo sono il simbolo di quelle cose che non ci sono più. Oltre a questo, mi sto dedicando al sito dell’Enel. Il mio obiettivo vero non è realizzare singole fotografie, ma raccontare una storia con le immagini, una storia fatta col tempo".