"Nato con i guanti alle mani e il mito Buffon"

Sarr, 27 anni, nazionalità senegalese e italiana, è il nuovo portiere titolare. "Mi piace molto uscire dai pali e dominare l’area"

"Nato con i guanti alle mani e il mito Buffon"

Mouhamadou Sarr, 27 anni il prossimo 5 gennaio, con la doppia nazionalità senegalese e italiana, è il nuovo portiere titolare

È nato a Kaolack il nuovo portiere titolare dello Spezia. Mouhamadou Sarr, 28 anni il prossimo 5 gennaio, con la doppia nazionalità senegalese e italiana, fra sogni, miti, impegni e tanta serenità.

Sempre sognato di diventare un giocatore professionista?

"Da bambino indossavo i guanti e ogni volta stavo in porta, anche quando ero in Senegal – esordisce Sarr –. Non so perché. Tutto è nato da mia mamma, quando mi ha regalato una maglia di Toldo".

Qual era il numero uno che ammirava da bambino?

"Dopo Toldo, crescendo è venendo in Italia, è diventato Buffon. Poi il tempo passa e arrivano Maignan e Neuer, ma la colonna portante del mio sogno direi che sia proprio Gigi".

Qui allo Spezia, una delle migliori occasioni della sua carriera. Cosa l’ha motivata in tutte queste stagioni in cui spesso è capitato di non partire titolare?

"Quando si ha un obiettivo, la strada è tracciata. Lungo il percorso possono accadere mille cose. Importante è essere coerente con l’obiettivo visto che nessuno ti regala niente".

Da un punto di vista mentale come è stato affrontare il periodo dopo l’infortunio, dopo che a Cremona era diventato titolare?

"L’infortunio è un incidente di percorso, che ti rallenta momentaneamente ma se l’obiettivo è chiaro, non cambia nulla. Va affrontato come qualsiasi difficoltà che capita nella vita. Nonostante tutto, è vero, nessuno desidera infortunarsi, però nel momento in cui accade, ti può dare veramente tanto".

L’ultima partita proprio nell’andata contro lo Spezia. Strano?

"Nulla accade per caso. Mi ha fatto quasi ridere quando mi è arrivata la chiamata per l’interessamento dello Spezia. È una piazza importante, con una grande storia".

Pensa che alcuni episodi abbiano segnato la sua carriera? Magari sfortunati, come nel ‘duello’ con Carnesecchi...

"Non credo nella sfortuna, ma nelle opportunità che possono accadere nel momento giusto o meno. Il nostro è un ruolo unico, uno gioca l’altro no. Marco (ora all’Atalanta, ndr.) è un ragazzo fantastico, entrambi abbiamo imparato l’uno dall’altro".

Come si sta ambientando nello spogliatoio aquilotto?

"Mi hanno accolto tutti a braccia aperte, cordiali e simpatici".

Come valuta il potenziale di questa squadra?

"Ho avuto bellissime impressioni, come gruppo e a livello tecnico".

E il suo rapporto con il mister?

"D’Angelo è una persona molto diretta. Ai portieri chiede soprattutto concretezza".

La sua qualità migliore?

"Mi piace molto uscire e dominare l’area".

Giocare coi piedi è nelle sue corde?

"È una caratteristica che sto continuando a migliorare".

Viene dopo Provedel, Dragowski e Zoet, portieri importanti. Non sente la pressione?

"No. Più un senso di responsabilità, stimolante, perché devi alzare i tuoi standard".

Marco Magi