
Una nave della Royal Caribbean ormeggiata al Molo Garibaldi dello scalo spezzino
La Spezia, 22 settembre 2023 – A dispetto delle ciclopiche dimensioni, hanno tutte nomi bellissimi, lievi e promettenti. "Valiant Lady", "La Belle des Oceans", "Harmony of the seas"e mercoledì scorso è stata la volta di "Symphony of the Seas". Targata Royal Caribbean, con i suoi 362 m di lunghezza e 72,5 m di altezza, la Sinfonia dei mari ha attraccato mattiniera nel porto della Spezia.
Ma qui sulla terra ferma, suona tutta un’altra musica. Il problema dell’inquinamento da rumore ma soprattutto da fumi che, incessanti, escono dai fumaioli delle navi ormeggiate nel porto cittadino è da tempo al centro della cronaca spezzina. E se l’amministrazione rassicura di aver trovato la quadra anti fumi con il rilancio dell’accordo "Blue flag", procedendo nella direzione di un porto green; i disagi e le preoccupazioni dei cittadini non accennano a diminuire: "Abito tra via 24 maggio e via san Cipriano – afferma Roberto Palumbo – e posso testimoniare che questo problema ha modificato il nostro stile di vita. Io personalmente mi sono dovuto organizzare in base alla presenza delle navi: quando arrivano loro vado via io. Sono 22 anni che abito qui e mai avrei pensato di prendere in considerazione l’ipotesi di cambiare casa".
Carla Godani, anche lei con appartamento vista mare e un settimo piano che non cambia però le cose: "Ho trascorso l’estate con le doppie finestre serrate e la cappa della cucina in continua funzione per aspirare i fumi provenienti dall’esterno del camino. Ho in casa un costante odore di gasolio che talvolta mi procura tosse e bruciore agli occhi, di questo passo ci si rimette la salute".
Di irritazioni parla anche Mauro Maggiani, residente in viale San Bartolomeo e medico omeopata: "Una correlazione precisa – dice - non si può fare ma sicuramente esiste un incremento di disturbi delle vie respiratorie e questo a prescindere, secondo la mia esperienza, da covid e malattie infiammatorie acute. Mi ritrovo spesso con pazienti affetti da laringiti, faringiti, tosse e mal di gola, che noto estesi ad ogni età". Con idee chiare e grafici alla mano incontriamo Alessandro Bertelà, residente nel quartiere del Canaletto: "È necessario trovare un equilibrio tra lo sviluppo della città e la salute dei suoi cittadini". Con i dati delle centraline Arpal, Bertelà ha realizzato tracciati: "Incrociando i dati, ho rilevato – spiega - che dal 28 luglio al 25 agosto, gli orari in cui c’è maggior incidenza di fumi sono quelli giornalieri e questa situazione, sicuramente influenzata anche dal traffico cittadino, è dovuta alle navi che producono un innalzamento dei livelli di diossido rispetto ai giorni in cui non c’è alcun attracco. Stando alla media oraria, con nave e senza nave c’è una bella differenza".
Situazione insostenibile anche per Rossella Saccomani che, residente dal ‘66 è memoria storica della zona: "Qui – afferma - il problema dell’inquinamento c’è sempre stato, ma ora non è più possibile aprire le finestre su viale Italia. La situazione è tragica" dice Giuliano Leone: "Il giorno di Ferragosto – racconta – una nave ormeggiata ha emesso, per l’intera giornata, fumi neri che certo non possono essere rubricati come vapore acqueo. Anche il fumo di colore bianco contiene una componente di zolfo che gli scrubber, sistemi di abbattimento dei fumi, non sono in grado di eliminare. Non pongo veto alle navi, ma la loro presenza va gestita con il controllo sugli effetti per la salute". Critica anche Francesca Fago: "Il paradosso per me è parlare agli studenti di sviluppo sostenibile e tutela dell’ambiente in una scuola dalle cui finestre entrano i fumi delle navi da crociera. Come docente mi vergogno per non poter offrire ai ragazzi insieme agli insegnamenti anche l’esempio concreto".