Cinquanta Dna per studiare le dinamiche di popolamento e gli aspetti evolutivi delle Cinque Terre. Entra nel vivo il progetto sostenuto dal Parco nazionale e realizzato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. Lunedì 6 maggio nella sede di Manarola, il primo step operativo dello studio iniziato circa un anno fa: cinquanta volontari di sesso maschile, scelti nelle diverse località delle Cinque Terre e provenienti da famiglie storicamente legate al territorio – selezionati tra coloro che sono portatori dei cognomi più radicati e sulla base di dati storico-demografici, come ad esempio registri sacramentali e archivi comunali – si sottoporranno a un prelievo di sangue, dal quale sarà poi estratto il Dna. Il prelievo sarà eseguito con un piccolo kit, simile a quelli usati per i controlli legati al diabete. Nella stessa giornata, il professor Sergio Tofanelli, coordinatore dell’iniziativa, illustrerà il progetto e le sue finalità. Lo studio si propone di ricostruire attraverso l’analisi del genoma il profilo antropologico delle popolazioni locali, la cui origine, le vicende demografiche successive al loro insediamento e le interazioni tra la loro biologia, risultano ancora poco conosciute. Dopo la ricerca condotta per un decennio sulle popolazioni della Val di Vara, della Lunigiana, della Garfagnana e dell’alta Versilia, con il progetto ’Cinque Terre in cinquanta genomi’ curato dall’Università di Pisa, tale ricerca è estesa alle Cinque Terre e alle aree limitrofe ad essa storicamente legate. Secondo quanto previsto dalla convenzione firmata un anno fa tra Parco e Università, il sequenziamento genomico sarà effettuato con piattaforme di Next Generation Sequencing tramite invio postale dei campioni a un’azienda american. I file con le sequenze genomiche saranno poi elaborati presso il dipartimento dell’ateneo pisano. "Il progetto rappresenta un’opportunità unica per la nostra comunità di contribuire attivamente alla ricerca scientifica e alla conoscenza delle nostre radici storiche – spiega la presidente del Parco, Donatella Bianchi –. Potremo esplorare le profonde tracce del passato. Questo studio innovativo, utilizzando tecnologie avanzate di analisi del Dna, ci consentirà di tracciare i movimenti delle popolazioni nel corso dei millenni e di comprendere meglio l’evoluzione delle nostre comunità. Il coinvolgimento della nostra comunità in questa ricerca rappresenta un importante contributo alla scienza e alla conoscenza, offrendoci l’opportunità di fare una differenza significativa nel campo della genetica e della storia locale".
Matteo Marcello