Le distanze si sono improvvisamente annullate come accade tra ragazzi. Qualche momento di imbarazzo, anche a causa del videocollegamento non perfetto anche se ben organizzato, e poi la conversazione è scivolata via tra sensazioni, emozioni e richieste di non perdersi di vista. Per la prima volta, in Italia, dallo scoppio del conflitto, una scolaresca di Kharkiv la seconda città dell’Ucraina, ha mostrato scorci di vita quotidiana vissuta all’inyerno di una metropolitana. Al riparo da ogni pericolo, dalla pioggia di missili e bombe. L’iniziativa è stata realizzata dall’istituto Capellini-Sauro della Spezia in collaborazione con l’associazione italo-ucraina “Heroiam Slava“ presieduta dall’avvocato Gabriele Dallara che già nel corso dell’estate ha organizzato uscite in barca a Monterosso per far conoscere ai ragazzi ospiti in città le bellezze del Golfo e delle Cinque Terre. A fare gli onori di casa il docente che ha curato l’incontro Ermanno Ricco e il dirigente scolastico Antonio Fini. Per l’occasione ha voluto portare il saluto della città il sindaco Pierluigi Peracchini che ha ricordato la sensibilità dimostrata non soltanto da Spezia ma anche di altre zone del territorio provinciale. Sono stati momenti emozionanti soprattutto quando alcuni ragazzi ucraini, ospiti in Italia da due anni ma già bravissimi nell’esprimersi in lingua italiana, hanno svolto il ruolo di interprete tra i compagni spezzini e gli amici in diretta da Kharkiv. Agevolati nel compito da Lesya Babij, rifugiata e medico in servizio all’ospedale di Massa. Collegata dall’Ambasciata Ucraina a Roma anche la segretaria Olena Kholiavytska. La vita degli studenti della decima classe, quindi prossima alla conclusione del percorso, si divide tra lezioni on-line e quelle nella metropolitana convocate due volte la settimana per 3 ore.
Come organizzate la vostra giornate e gestite gli spostamenti?
"Viaggiamo in metropolitana – hanno spiegato – ma anche nei mezzi pubblici che dall’inizio del conflitto sono pubblici. Le scuole sono state allestite al riparo proprio per consentire ai ragazzi di proseguire gli studi". Al posto della campanella gli annunci della metropolitana che continua a svolgere le sue funzioni di trasporto.
Cosa vi manca della vita precedente?
"La tranquillità e la sicurezza in particolare ma anche lo stare insieme. Nelle prime settimane eravamo spaventati perchè non avevamo idea di cosa stesse accadendo. Ci stiamo organizzando a quest nuova vita". Anche nelle difficoltà lo spirito di adattamento è fondamentale e alla fine ci si adegua anche a una realtà difficile. Cercando di andare avanti come la ragazza campionessa di rock and roll acrobatico che continua a gareggiare.
Che cos’è per voi la felicità?
"Stare uniti e credere che le persone ci siano sempre vicine. Il clima si è fatto più teso ed è calato il silenzio, non imbarazzato, quando qualcuno ha chiesto dell’idea che i ragazzi si sono fatti sulla Russia. Una risposta eloquente fornita con lo sguardo più che con le parole. Una domanda in chiusura hanno voluta farla anche i ragazzi ucraini agli spezzini. Dopo i ringraziamenti si sono allacciati al cibo italiano chiedendo. Cosa ne pensate della pizza con l’ananas? Un coro di “no“ ha chiuso con il sorriso oltre due ore di collegamento con la promessa di riserntirci e scriversi.
Massimo Merluzzi