REDAZIONE LA SPEZIA

Nel ricordo di Bassignani. Artefice della Resistenza: "Sempre pronto ad aiutare"

Riuscì a nascondere i registri dell’anagrafe per proteggere i nomi dei partigiani. Ucciso a Merizzo circondato da un reparto di alpini. Il ricordo di Renata Bertozzi.

Nel contesto del grande rastrellamento contro i partigiani della IV Zona, quella spezzina, del 20-28 gennaio 1945, anche la Brigata Borrini subì un duro colpo. La Brigata operava fra Villafranca, Bagnone e Licciana e dipendeva dalla IV Zona (fino a marzo, quando passò sotto il Comando parmense). Il 26 gennaio gli alpini della Monterosa e i tedeschi si impadronirono, nel cimitero di Collesino, dei documenti della formazione. Edoardo Bassignani “Ebio” (punto di riferimento politico della Borrini) riuscì a nascondere i registri dell’anagrafe di Villafranca, indispensabili per identificare i partigiani del paese, ma ormai si era troppo esposto. Il 3 febbraio un reparto di alpini circondò Merizzo, dove “Ebio” era nato e abitava. Cercavano proprio lui: tentò la fuga, “ancora 6-7 e ce la faceva” – racconta un testimone – ma una raffica di mitra lo uccise. Scompariva così uno dei protagonisti della Resistenza locale. La storia di “Ebio” veniva da lontano. A Merizzo il sentimento antifascista di contadini e merciai ambulanti, nel ventennio della dittatura, non era mai venuto meno. Il questore di Massa, nel 1937, scriveva che a Merizzo gli iscritti al Partito nazionale fascista erano tre.

Qui era nato Leone Borrini, che aderì al Partito comunista e cadde in Spagna, combattendo contro i franchisti, nel 1937. Due suoi compaesani, il comunista “Ebio” e l’anarchico Giovanni Giampietri, tentarono di varcare il confine per andare in Spagna, ma furono arrestati e inviati al confino di polizia alle Tremiti. Qui “Ebio” incontrò il comunista sarzanese Goliardo Luciani: nacque così un rapporto con gli spezzini che durò per tutta la Resistenza. Dopo l’8 settembre 1943 “Ebio” raccolse armi e tenne nascosti tre russi, poi a marzo 1944 diede vita a una banda, composta da spezzini, che fu stroncata sul Monte Barca il 14 marzo: 3 caddero quel giorno, altri 8 furono fucilati a Valmozzola il 17. Da quella tragica esperienza nacque, per impulso di “Ebio”, la Brigata 37b, al comando prima di Ernesto Parducci “Giovanni” poi di Piero Galantini “Federico”, sarzanesi. Un giorno nella sede si presentò un marinaio che aveva disertato a Spezia. Nome di battaglia “Casimiro”: era Gabriele Ferzetti, destinato a diventare un celebre attore del cinema. Il rastrellamento del luglio 1944 distrusse la 37b. Fu un’altra tragedia, ma “Ebio” ricominciò da capo e nacque la Brigata Borrini. Riuscì a riprendersi ancora dopo il colpo subito con la morte di “Ebio”, fino alla battaglia di Licciana del 23 aprile 1945. Bassignani è ricordato come persona giusta e buona, che aiutava chi aveva bisogno. A Merizzo ognuno ebbe sempre un pezzo di pane. Renata Bertozzi (nel video “La collina rossa. Voci della Resistenza”, del collettivo “Archivi della Resistenza) ha di “Ebio” un ricordo da bambina: "Mi portava sulle ginocchia. ‘Sei proprio fortunata, il mondo cambierà. Quando sarai grande potrai votare’ ‘Cosa vuol dire votare?’ ‘Vuol dire scegliere, scegliere bene’".

(Giorgio Pagano co-presidente del Comitato provinciale unitario della Resistenza)