Nella casa dell’eccellenza italiana. Alta precisione e occhio umano. L’unione che ancora fa la forza

Escono dai capannoni carri armati attrezzati per qualsiasi missione e componenti elettroniche all’avanguardia. Il munizionamento guidato è diventata una peculiarità unica di Leonardo invidiata in tutto il mondo.

Nella casa dell’eccellenza italiana. Alta precisione e occhio umano. L’unione che ancora fa la forza

Nella casa dell’eccellenza italiana. Alta precisione e occhio umano. L’unione che ancora fa la forza

Nella casa dell’eccellenza italiana specializzata nella costruzione di armamenti terresti e navali destinati alle Forze Armate lavorano attualmente 1190 dipendenti suddivisi in diverse mansioni. Aumenteranno di certo da settembre e lo spazio per ospitare forze nuove davvero non manca. Una fabbrica che, numericamente, non ha eguali nel Paese se si considerano anche le diverse filiali sparse in giro e in particolare il complesso di Brescia. L’80% di quello che viene prodotto a Spezia viene venduto all’estero. Insomma l’ex Oto Melara, nome che ancora viene ricordato dalla torre che si staglia all’ingresso bello stabile proveniendo dall’autostrada rimasta in piedi dopo i bombardamenti, è la più grande industria manufatturiera italiana tenendo conto che la Fiat ormai di tricolore ha conservato decisamente molto poco. Dalla fabbrica escono carri armati, mitragliatrici, sistemi di munizionamento guidato che il mondo le invidia. Nascono nei capannoni all’interno dei quali personale con il camice bianco controlla strumenti di alta precisione con lo sguardo del chimico che dosa gli elementi. Mettendo insieme componenti elettroniche sia dal comparto terrestre che navale.

In questi laboratori si passa dalla realizzazione di una antenna di precisione in grado di seguire il bersaglio favorendo il munizionamento guidato (pensata per non sparare colpi a vuoto rischiando di colpire tutto il resto tranne ciò che si insegue) ai carri armato. La "base" arriva dall’esterno ovvero da Iveco mentre negli hangar viene montato tutto il resto. In 16 mesi si passa dall’ordinazione al carro armato "chiavi in mano", pronto ad affrontare qualsiasi situazione. Ci sono mitraglie capaci di sparare 76 colpi in 38 secondi, sparare missili a 85 chilometri di distanza con un margine di errore di poco più di un metro. Strumenti all’avanguardia, tecnologia ingegneristica di elavtissima competenza, periti e forma umana. Rappresentata da quelle maestranze che con un sondino osservano dentro al "tubo" di un cannone per verificare se nell’operazione di composizione dell’acciaio possano essersi create inclinazioni sull’ottica di meno di un millimetro. Ci sono cinque settori produttivi che vanno avanti senza interruzioni per tre turni senza staccare mai. Oltre alla realizzazione del nuovo parco mezzi c’è anche l’aspetto della revisione post-missioni. Una sorta di tagliando, come se un carro armato fosse una semplice utilitaria che rientra dal concessionario per un controllo. In questo caso il check up è attento, minuzione, elaborato e comporta sia un lavoro meccanico che strutturale, elettronico e digitale.

Massimo Merluzzi