Poco più di tre mesi fa, un’accorata lettera degli studenti denunciava "numerosissime infiltrazioni d’acqua piovana in molti laboratori, nelle aule, nei corridoi e negli spazi comuni". La Provincia era corsa ai ripari, ma quanto è stato fatto, a quanto pare, non è bastato: al Fossati-Da Passano ieri mattina è stato un rientro a scuola decisamente umido, quello vissuto da studenti e professori. Numerose infiltrazioni da tetti e muri hanno allagato alcune aule, l’auditorium, corridoi e altre zone comuni. Una mattinata difficile, tra secchi e stracci, che è diventata in poco tempo virale attraverso le foto e i video rilanciati sui social e nelle chat studentesche dagli alunni dello storico plesso di Bragarina. Muri impregnati d’acqua, teli per mettere al riparo materiale e arredi scolastici, e un nervosismo che col passare delle ore si è fatto crescente tra gli studenti, per una situazione che a distanza di mesi non pare essere stata risolta. La Provincia, immediatamente allertata dalla dirigenza scolastica, già nella giornata di ieri ha eseguito le prime verifiche e controlli per comprendere la natura tecnica del problema, ovvero individuare i punti esatti delle copiose e numerose infiltrazioni. "Le operazioni si sono sviluppate tutto il giorno e proseguiranno domani mattina (oggi; ndr) con una serie di demolizioni mirate di alcuni tratti delle aree controsoffittate, al fine di comprendere in modo definito il percorso dell’acqua dal tetto sino ai locali interessati dallo stillicidio – spiega la Provincia –. Secondo quanto appurato nella prima ricognizione, anche a fronte di un intervento realizzato in altre aree dell’edificio, questa infiltrazione non è collegata a precedenti problematiche. È stato disposto un programma di primo intervento per eliminare il problema nel minor tempo possibile. Gli uffici tecnici della Provincia sono in costante contatto con la direzione scolastica al fine di limitare al minimo i disagi per gli studenti: per questo, l’intervento per la risoluzione della problematica terrà conto anche delle necessità didattiche".
Matteo Marcello