Pagine "autentiche" della Divina Commedia e della storica pace fra Vescovi di Luni e Malaspina propiziata dal Sommo poeta custodite negli scaffali dell’Archivio di Stato Spezzino? La dottoressa Rosetta Ferrara, che dell’Archivio è attivissima direttrice, sospira, sconcertata per il tam tam che da un paio di giorni sta facendo rumore sul web, anche sulla scia di un servizio comparso domenica sulla cronaca di un quotidiano che riferiva del 'clamoroso ritrovamento', riportando il contenuto di un entusiastico post pubblicato dal sindaco Pierluigi Peracchini sul suo profilo Facebook.
Il fatto è che il sogno dantesco spezzino si è infranto quasi subito, giusto il tempo di rimettere al loro posto i punti fermi di una storia dal vago sapore kafkiano (più realisticamente, c’è chi parla di una 'vera' fake). A chiarire i contorni della vicenda è la stessa dottoressa Ferrara. "La realtà è che non c’è stato alcun ritrovamento – dichiara a La Nazione –, quei documenti sono custoditi da anni nel nostro archivio ed è cosa arcinota. Sono contenta che se ne parli, perché anch’io sono appassionata di Dante, ma quello che si trova nel nostro archivio altro non è che il materiale riversato dall’Archivio notarile anni fa, di cui era stata data a suo tempo ampia notizia".
"Chiaramente per La Spezia, come per qualsiasi città – ha aggiunto Rosetta Ferrara in una successiva dichiarazione all’Ansa – avere una documentazione che testimonia la presenza storica di Dante è qualcosa di eccezionale di per sé, perché sono documenti molto rari. Ma della loro esistenza si aveva contezza da tempo, tanto che persino Giosuè Carducci venne a vederli quando si trovavano a Sarzana. Non è quindi corretto parlare di ritrovamento eccezionale".
Niente di nuovo, insomma, anche se si tratta di contenuti interessantissimi che non possono che dare lustro all’Archivio spezzino, tra l’altro prossimo al trasferimento dall’attuale sede di Valdellora nello stabile ristrutturato di via Garibaldi-via Roma. Di che pergamene si tratti lo chiariva oltre due anni fa un comunicato dell’Archivio storico che annunciava per la settimana dantesca del 25 marzo - 15 aprile 2022 promossa dal ministero della Cultura l’organizzazione di una mostra digitale sul proprio sito con "la presentazione di immagini delle pergamene dantesche, acquisite recentemente tramite versamento nell’Archivio di Stato da parte dell’Archivio notarile distrettuale della Spezia". Con la precisazione che le pergamene in questione "costituiscono frammenti di Commedia utilizzati dai notai per legare i propri protocolli, secondo una consuetudine diffusa soprattutto in seguito all’avvento della stampa".
Assieme alle pergamene ci sono anche gli stralci di alcuni documenti fra cui un verbale del 7 ottobre 1906: in occasione del sesto centenario della presenza di Dante in Lunigiana, l’Archivio notarile di Sarzana invitava la Società dantesca italiana a visitare l’Archivio di Stato, dove l’esposizione proponeva alcuni canti del Purgatorio (XXV e XXVII) e del Paradiso (II e III).
Non proprio una novità. Quello che invece è da rimarcare come fatto certo è l’imminente trasferimento dell’Archivio nella nuova sede. "I lavori sull’immobile sono praticamente finiti – fa sapere la dottoressa Ferrara –, mancano solo gli interventi conclusivi, i tempi del trasferimento dipendono dalla direzione di Genova ma sicuramente si farà entro il 2025".
Nel frattempo sono in cantiere importanti programmi di sviluppo e valorizzazione dell’Archivio, compreso un progetto di digitalizzazione che dovrebbe coinvolgere anche l’Università di Pisa. Non solo nel segno di Dante Alighieri.