REDAZIONE LA SPEZIA

"Non voglio più andare a scuola. La maestra mi insulta"

Genitori di una classe delle elementari da preside e sindaco. Le offese ‘provate’ grazie a un registratore nascosto nella tasca di uno zaino

Bambini a scuola (foto repertorio)

Val di Vara, 6 febbraio 2021 - Molti bambini non volevano più andare a scuola. "La maestra è troppo severa, dice parole brutte", lamentavano preoccupati. La trovata di un genitore, che ha occultato un registratore vocale nella tasca dello zaino del figlio immortalando frasi ed epiteti offensivi rivolti dall’insegnante ai piccoli studenti, ha scatenato la rabbia dei genitori, che hanno bussato alle porte della scuola chiedendo provvedimenti. È accaduto in una scuola primaria della Val di Vara: a finire nel mirino di madri e padri, un’insegnante che più volte durante le lezioni con i suoi modi e le sue parole avrebbe travalicato i limiti dell’educazione e del rispetto. Nessuna violenza, è bene precisarlo, ma parole decisamente inusuali per un contesto scolastico. L’episodio ha avuto il suo culmine durante le ultime festività natalizie, con l’istituzione scolastica che ha deciso di non prendere provvedimenti nei confronti dell’insegnante, la quale a sua volta, al termine delle vacanze non ha più fatto rientro in classe, risultando ufficialmente assente per malattia.

Tutto ha avuto inizio dopo poche settimane dall’avvio dell’anno scolastico. Diversi alunni di una classe della scuola elementare cominciano a manifestare piccoli segni di insofferenza. Non vogliono andare a scuola, e c’è chi confida ai genitori anche il motivo: i modi di fare e le parole talvolta utilizzate dalla maestra. Dal tam tam tra le famiglie emerge una preoccupazione diffusa da parte dei piccoli alunni. Cosa fare? Come verificare le preoccupazioni dei propri figli? Un genitore trova la soluzione. Inserisce un registratore vocale in una tasca dello zaino. Per settimane, ogni giorno, l’apparecchio registra tutto ciò che accade tra le quattro mura della classe. Il quadro che ne emerge sconvolge i genitori, che nei file audio ascoltano più volte parole offensive indirizzate ai piccoli studenti. Con i dubbi diventati certezze, i genitori si rivolgono all’amministrazione comunale. Durante le festività natalizie, le famiglie chiedono e ottengono un incontro con il sindaco, cui fanno ascoltare anche i file audio. Consultano anche un avvocato. Poi, bussano alle porte della dirigenza scolastica, chiedendo provvedimenti. I vertici della scuola comprendono la situazione e rassicurano i genitori, ma al contempo decidono di non prendere provvedimenti nei confronti dell’insegnante, la quale tuttavia non ha più fatto rientro a scuola. Matteo Marcello