CORRADO RICCI
Cronaca

Nonna Speranza, la vita ricomincia a 103 anni. Operata al cuore e salvata

Salvata nel reparto di cardiologia dall’arresto cardiaco, è stata sottoposta all’impianto del pacemaker. "Grazie al primario e ai collaboratori"

Una parte dell’equipe di Cardiologia diretta al dottor Alberto Manozzi (quarto da destra)

La Spezia, 29 marzo 2021 - "Sono ancora a questo mondo e sono contenta di esserci. Rinnovo i ringraziamenti al primario di Cardiologia e ai suoi collaboratori per avermi recuperato. Buona settimana santa a tutti...". La voce di Speranza Campo, appena sveglia dopo il riposino pomeridiano di ieri nella casa della figlia Anna a Pignone, è flebile ma la mente è lucida e la gratitudine tanta. Speranza ha 103 anni; è una delle nonne più longeve della provincia e l’unica, a quell’età, ad avere un cuore... assistito. Sì, il 2 marzo scorso, nel reparto di Cardiologia dell’Ospedale Sant’Andrea della Spezia diretto dal dottor Alberto Menozzi, è stata protagonista di un intervento da record: l’impianto di un pacemaker a oltre 100 anni.

Speranza era giunta al Pronto soccorso in condizioni gravissime: alle prese con arresti cardiaci recidivanti secondari e una bradicardia severa. A prendersi subito cura di lei era stata la dottoressa Lisa Caroppo. L’età della nonnina non l’ha impressionata. Ha incrociato gli sguardi degli altri sanitari in servizio all’astanteria e la decisione è stata corale: affidamento a razzo alle cure dell’equipe di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione del nosocomio spezzino composta dalla dottoressa Sandra Badolati (responsabile del servizio) e dal giovane ma valente medico spezzino Daniele Bianco che ha personalmente provveduto in urgenza ai trattamenti di recupero e, visto il risultato positivo, a quelli successivi.

"La signora è stata stabilizzata in acuto grazie all’impianto di un catetere da stimolazione cardiaca temporanea posizionato nella vena femorale: il cuore si è ripreso. E così, alla quarta giornata di ricovero, è stata sottoposta all’intervento per l’impianto di un pacemaker definitivo" spiega il giovane medico. Risultato: "L’operazione, durata circa mezz’ora, si è svolta con successo. La ripresa è stata veloce e ha permesso alla signora di ritornare a casa alle cure dei propri cari in tempi rapidi".

Roba da non credere , verrebbe da dire. Ma non è stato un miracolo. Ci spiega perché il primario Alberto Menozzi. "Continuare a far battere un cuore che in 103 anni aveva già compiuto 3,2 miliardi di battiti da una parte ben rappresenta una delle tante sfide che i cardiologi si trovano a dover affrontare nella loro pratica clinica e dall’altra quanto, grazie ai continui progressi medici, si riesca a dare il meglio, per ogni tipo di paziente, compresi i “grandi anziani” cioè le persone con più di 85 anni".

Che sono la «memoria» della nostra comunità, che si regge anche grazie al frutto delle loro fatiche... "Non c’è solo la riconoscenza ad imporci le massime attenzioni per loro. Oggi l’età anagrafica non è più motivo per negare un intervento ad una persona, come, del resto, ci dimostra la campagna vaccinale anti-Covid. Lo slancio della medicina moderna trova sempre più applicazione a motivo dell’invecchiamento della popolazione". Ci sono fisici e fisici... "Non sempre l’età anagrafica correla con quella biologica, ovvero l’età che si può attribuire ad un individuo sulla base delle sue condizioni cliniche e generale. Ciò è ben espresso dal fatto che, a dispetto di un incremento dell’età media dei pazienti che giungono in Cardiologia, non è infrequente trovarsi di fronte ad pazienti, proprio come la signora Speranza, che fino al momento del ricovero sono in grado di svolgere le normali attività quotidiane in autonomia". Quindi? "Con l’incremento dell’aspettativa di vita che si è verificata negli ultimi decenni, l’età avanzata di un paziente, non può più rappresentare da sola un deterrente alle cure, soprattutto se salvavita. Questo vale in particolar modo per la Liguria che è la regione italiana con la più alta percentuale di persone anziane" La Cardiologia del Sant’Andrea, come dimostrato dal caso quasi da Guinness dei primati di nonna Speranza, è dunque già proiettata ampiamente nel futuro, quando gran parte dei pazienti cardiologici saranno anche pazienti geriatrici. L’equipe diretta dal dottor Menozzi ancora una volta ha dato conferma di preparazione e professionalità. Motivo di orgoglio per l’Asl 5.

Nonna Speranza

Speranza ringrazia e con lei i figli Federico (67 anni), Roberta (70) Anna (77) . E’ questa ad ospitarla in casa. "La gratitudine - dice - si allarga al nostro medico di famiglia Silvano Zanuzzi, a quelli del Pronto soccorso e ai volontari della Croce Verde di Pignone che, nei giorni scorsi, si sono adoperati per consentire alla mamma di ricevere la secondo dose di vaccino a casa. Ora la mamma è anche in sicurezza dal rischio-Covid...". Il segreto della vitalità? "Aver dato e aver vissuto nell’amore. Aver accudito fino all’ultimo nostro papà Renato, scomparso 12 anni fa; averci cresciuto, con sacrificio e dedizione. Ma anche la buona aria di Riccò del Golfo, dove risiede, ha fatto la sua parte...".