Alma Martina Poggi
Cronaca

Da Francoforte a Sesta Godano, in bici per 1.500 chilometri sulle orme di nonno Attilio deportato durante la guerra

Era stato internato in un campo perché, da militare, rifiutò di servire la Repubblica di Salò. "Varcare i confini fra tre Stati e poi il Brennero è stata un’emozione travolgente"

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Paola Sottanis, genovese e fotografa di 37 anni ha pedalato per 1.500 km per ripercorrere la strada del nonno deportato durante la guerra

Sesta Godano (la Spezia), 6 agosto 2024 – Ghè du bun e du gramo in te tüti: "C’è del buono e del gramo in ogni uomo... Nonostante tutto, riusciva a pensarla così." E’ la monumentale lezione di un uomo, dal cuore grande e integerrimo quanto il suo valore. Attilio Sottanis, classe 1924, aveva vent’anni quando riuscì finalmente a fare ritorno a casa, nel suo paese di Sesta Godano, dopo aver percorso a piedi il confine di tre Stati in 98 giorni. In tasca un proiettile, il suo cucchiaio e un foglietto: quello di detenzione nel campo nazista Stalag III B a Francoforte sull’Oder, al confine con la Polonia. Attilio divenne internato militare per essersi rifiutato, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, di servire la Repubblica di Salò.

Oggi, sua nipote Paola Sottanis, genovese e fotografa di 37 anni ha pedalato per 1.500 km. ripercorrendo così tutte le tappe del ritorno a casa del nonno: "Tutto è nato durante il lockdown – spiega – per il tempo che avevo a disposizione, forzato come quello di tutti. Così ho cominciato a rimettere insieme i pezzi che emergevano dai tanti racconti fatti dal nonno e che ascoltavo da piccola; ho poi reperito informazioni da enti per la memoria e archivi storici. Da qui il desiderio di conoscere il luogo dove l’esercito sovietico lo aveva liberato, in questo paesino che ora si chiama Eisenhüttenstadt. Ultimo campo di detenzione perché in realtà a noi ne risultano altri due in cui è stato prigioniero, il 12 A dalle parti di Mannheim dove gli è stato dato il numero di matricola e il 5C nelle vicinanze di Stoccarda".

Non solo la conoscenza di un luogo ma anche quella della fatica per tornare in Patria, proprio quest’anno in cui nonno Attilio avrebbe compiuto 100 anni: "Ho pensato di rifare la strada di questo ritorno che sicuramente passò dal Brennero. In più io conoscevo alcune città da lui effettivamente toccate, Freiberg, Norimberga e Pescantina dalle parti di Verona". Paola parte il 20 luglio da Eisenhüttenstadt, salutata dai suoi parenti tra cui la sorella Giulia, è lì ricevuta dall’amministrazione locale della cittadina tedesca, dalla direttrice del museo che custodisce e gestisce ciò che rimane del campo e l’archeologo: "Varcare i confini degli stati è una forte emozione, come quando sono passata dalla Germania alla Repubblica ceca trovandomi d’improvviso in un bosco e non so immaginare quanto grande fu quella di mio nonno e dei suoi compagni. Varcare il Brennero e trovarmi in Italia è stato emotivamente importante perché ho avuto contezza che di lì erano passati soldati. Anche le difficoltà che ho trovato le ho superate facilmente, pensando che erano un nulla di fronte a quelle loro".

Il viaggio della memoria di Paola Sottanis è terminato ieri alle o12 nella frazione di Godano dove Paola è stata accolta da una delegazione di Cgil di Genova e La Spezia insieme all’Anpi, da una rappresentanza dell’esercito, dalle autorità e da amici e parenti. Alla breve cerimonia erano presenti il segretario della Camera del lavoro spezzina Luca Comiti e il sindaco Marco Traversone. Un’eredità inestimabile, quella lasciata da nonno Attilio: "Ero piccola e capivo allora poco mentre ora non so che pagherei per ascoltarlo di nuovo. Mi ha sempre detto però che nonostante tutto quello che aveva passato e sofferto ’C’è sempre del buono e del gramo in tutti’. E questo perché lui stesso aveva fatto esperienza di tedeschi che lo avevano aiutato".