MARCO MAGI
Cronaca

Nostalgie per i frammenti

In corso fino a sabato 1° marzo, al Birrificio del Golfo, il progetto di Spaletra

Daniela Spaletra espone fino al 1° marzo al Birrificio del Golfo

Daniela Spaletra espone fino al 1° marzo al Birrificio del Golfo

Il progetto ‘Tabulè #Tabbouleh’ prende vita dal cibo tradizionale siriano e da una molteplice quantità di fotografie analogiche scattate da Daniela Spaletra in Siria e presentate in una mostra curata da Maila Buglioni, fino a sabato 1° marzo (aperta dalle 16 alle 20, dal mercoledì al sabato), al Birrificio del Golfo di via delle Fornaci. Selezionando e sovrapponendo, come lei stessa afferma, le "immagini scattate durante il mio lungo soggiorno in Siria negli anni Novanta" a quelle "recentemente effettuate in mezzo alle montagne, ai boschi del mio territorio, dipinte, immerse nell’acqua, nel tentativo di mettere in relazione tra loro diversi livelli di vita e di creare un legame spazio temporale per poterle rileggere, in quanto sottratte dalla loro reale collocazione geografica, storico-documentaristica, diventando unione tra passato e presente, ridefinendone l’essenza".

Evocazioni di ricordi lontani – Damasco e la Siria, dove ha vissuto – ed emozioni scaturite dai luoghi ora a lei vicini – i boschi spezzini – si congiungono all’unisono in questi scatti realizzati con tecnica mista. Sapori, odori e colori di quel felice periodo trascorso in Medioriente sono solo l’incipit di ‘Tabulè#Tabbouleh’: titolo derivante da un’insalata originaria delle montagne della Siria e del Libano preparata nel ricettario di Rafik, scrittore siriano nato nel 1946 nel quartiere cristiano aramaico di Damasco e da anni esiliato in Germania per motivi politici, secondo una tradizione segreta di sua zia Salime. "Fin da sempre l’essere umano ha avuto l’obiettivo di creare, di dar forma a masse informi, a elementi che, amalgamati tra loro, potessero generare manufatti, costruzioni, etc – scrive Maila Buglioni, nel suo testo critico sulla mostra –. Tuttavia, il tempo ed eventi più o meno catastrofici hanno totalmente o parzialmente distrutto ciò che l’uomo aveva costruito in epoche passate. Nasce così la nostalgia per il frammento: ideologia che fu innalzata a suprema bellezza dal Romanticismo per tornare in auge in epoche successive. L’idea romantica del frammento rinvia direttamente al concetto di bellezza ed era riferita in particolar modo al fascino delle rovine greco-romane fino a sfociare nel fenomeno del Gran Tour in Italia. Tale nozione rivive oggi nelle fotografie del progetto ‘Tabulè #Tabbouleh’ di Daniela Spaletra ove la frammentazione e la stratificazione del tempo e degli spazi coincidono originando un cortocircuito spazio-temporale oltre che emotivo".

Marco Magi