L’attesa aumenta il desiderio. Figuriamoci, poi, se ciò che si aspetta è poter percorrere una delle passeggiate più belle del mondo. Novecento metri di meraviglia, e non è certo campanilismo definirli tali, fatti di elementi della natura e fatica dell’uomo. insomma, vera essenza ligure. Mare blu intenso, rocce quasi verticali che fanno venire le vertigini anche se sei a poche decine di metri sopra il pelo dell’acqua, poche opere di raccordo, spruzzate di vegetazione.
La Via dell’Amore è pronta ad accogliere, dopo un mastodontico e oneroso lavoro di restauro che ha messo tutti d’accordo, in barba alle divisioni politiche e al pensiero sulla sua futura fruizione, i fortunati che torneranno a calcarla. Vera essenza ligure, perché lì dentro c’è lo spirito autentico di una regione in cui nulla è facile, nulla è scontato, tutto va conquistato con la fatica. Quanto è lontana la dolce e facile Romagna dalle strade spianate e dalle spiagge dolci! Ma qui è un’altra storia. Iniziata circa un secolo fa: erano tempi di pionieri e c’era una ferrovia da realizzare. Erano gli anni Venti del Novecento, l’Italia si avviava ad entrare sotto la spaventosa cappa della dittatura, ma in questo tratto delle Cinque Terre si è riusciti comunque a pensare a un escamotage per abbattere le barriere. Non mentali o politiche, ma fisiche: scaloni da percorrere per più di duecento metri di pendenza a salire e ridiscendere dalla Beccara, sentiero ancora oggi battuto dagli amanti del trekking e da chi ai suoi lati porta avanti lal viticoltura eroica nei terrazzamenti. Da far passare la voglia a chiunque volesse raggiungere qualcuno nel paese poco distante. Ma la strada di ferro aveva aperto la via di quella pedonale, quasi in parallelo: come unire i puntini nel famoso gioco enigmistico, ecco che si sono congiunti i tratti creati per il posizionamento degli esplosivi con cui aprire le gallerie. Nulla di facile e scontato, ma tanto da guadagnare.
Negli anni Trenta, ecco l’incontro tanto atteso: meno di un chilometro a piedi e amici, parenti e ovviamente innamorati poterono finalmente abbracciarsi. E da lì, quanti? Impossibile contarli. Impossibile immaginare quelli che verranno. Una cosa, però è certa: si può avere un cuore di pietra, ma la Via dell’Amore al tramonto è da top ten mondiale del romanticismo. Così, ben prima della tempesta degli smartphone e dei social, in cui la condivisione conta più dell’esperienza vera, complice il logo degli innamorati e la panchina ispirati alle statue stele di Olimpio Galimberti questo sentiero è stato consacrato al sentimento che porta nel nome. Connetterci. Ammirare. Amare.
Dopo 12 anni di digiuno e l’esperienza sconvolgente di quattro turiste australiane che cercavano la meraviglia e hanno sfiorato la morte, stiamo per tornare a farlo, non importa se il passaporto sia italiano o dell’altra parte dell’emisfero. Perché questo è un patrimonio di tutti, che è inscindibile dalle Cinque Terre e ad esse resterà sempre legato, ma sarà sempre capace di parlare al mondo intero.