
Le associazioni di categoria puntano il dito sulla situazione del numero di ormeggi per le barche in provincia (foto d’archivio)
Sulla carta sono tanti, in percentuale un numero superiore a quelli del resto della Liguria. Eppure i posti barca disponibili in provincia sono insufficienti a rispondere alla domanda della vasta platea dei diportisti, che da tempo reclamano spazi e servizi adeguati alla crescita del settore. Una considerazione che trova concordi le associazioni di categoria, preoccupate anche delle difficoltà delle imprese artigiane che operano nella cantieristica, della riparazione e manutenzione dei natanti o del trasporto persone.
"In questi anni abbiamo parlato molto della grande nautica, del cosiddetto Miglio blu, dei cantieri del lusso – osserva Nicola Carozza, vice direttore Confartigianato – ma non dobbiamo dimenticare la nautica da diporto, la cosiddetta nautica sociale che coinvolge migliaia di appassionati ed ha importanti ricadute nelle piccole e medie imprese che si occupano di motoristica, piccoli refitting, impiantistica, tappezzeria, patenti, eccetera. Un settore che sta vivendo profonde trasformazioni legate proprio alla carenza cronica di posti barca. Tale carenza, collegata a dinamiche inflattive e perdita di potere d’acquisto della classe media, ha ridotto il fenomeno diportistico (perché acquistare un natante, fare una manutenzione ordinaria e pagare assicurazione e concessione di un gavitello non è più a misura di tutte le famiglie) favorendo la locazione dei natanti. Come Confartigianato abbiamo organizzato un incontro per illustrare le novità del nuovo codice della Nautica che potrebbe rinvigorire il settore grazie all’introduzione di alcune semplificazioni, la norma apre alle nuove tecnologie e permette ai sedicenni di conseguire la patente nautica".
Analoghe le considerazioni di Cna. "I posti barca appaiono tanti se pensiamo che il rapporto con la Liguria è di 1/3 dei posti barca, considerato anche i metri di costa occupati dalla Spezia - riflette Giuliana Vatteroni responsabile provinciale dell’associazione anche per il settore della nautica – ma non lo sono affatto. Ben vengano quindi progetti come quello dell’amministrazione lericina che prevedono una riorganizzazione con pontili attrezzati, ma è chiaro che il problema è lontano dall’essere risolto, specie per chi opera sulla Spezia".
Le ragioni della situazione di sofferenza? "Primo, non ci sono rimessaggi a secco e, se ci fossero, avrebbero problemi a varare visto che esiste solo uno scivolo pubblico. Secondo, sono moltissime le nuove attività legate alla nautica turistica da diporto nate negli ultimi 5/6 anni che potrebbero crescere ancora ma non ci sono posti barca disponibili. La nuova darsena dà infatti risposta alle ricollocazioni ma non a chi fa impresa".
I numeri parlano chiaro: le imprese del comparto iscritte alla Camera di commercio sono 344, di cui 171 alla Spezia e 173 distribuite nei comuni limitrofi. 2.481 i dipendenti dichiarati per 107 imprese da uno a oltre 200 pendenti; per le restanti, secondo Cna, è possibile stimare almeno un socio e tre dipendenti di media (per difetto) con almeno altri 1.000 occupati. Dal 2015 le nuove imprese risultano 196, quindi oltre il 50% delle aziende sono nate nell’ultimo decennio: 101 alla Spezia e le restanti 95 distribuite nella provincia.
Franco Antola