Nuove scogliere nei borghi: "Usate la tassa di sbarco"

Mareggiate, la proposta lanciata dalla Comunità marinara delle 5 Terre "Servono soluzioni definitive contro gli effetti dei mutamenti climatici".

Nuove scogliere nei borghi: "Usate la tassa di sbarco"

Un battello alle Cinque Terre

Utilizzare la tassa di sbarco, ovvero il canone dovuto da consorzi e compagnie per attraversare coi propri battelli l’Area marina protetta delle Cinque Terre e attraccare nei borghi, per finanziare studi e la costruzione, nelle marine dei cinque paesi, di scogliere "finalmente in grado di resistere, contrastandone l’effetto, ai mutamenti climatici". È la richiesta lanciata dalla Comunità marinara delle Cinque Terre sulla base della necessità di progettare e realizzare scogliere in grado di contenere la forza sempre più grande ed estesa delle mareggiate.

"Avevamo compreso che il Parco potesse divenire il capofila di studi e progettazioni per le scogliere di protezione a difesa degli abitati che vengono frequentemente danneggiate o devastate dalle nuove mareggiate, riportando correttamente l’iniziativa nel filone del contrasto agli effetti dei mutamenti climatici – spiegano dalla Comunità –. Quella del Parco ci era parsa una buona idea perché procedere come fatto sinora non risolve il problema ma produce necessità di costose e ripetitive manutenzioni, crea disagi a chi frequenta le nostre piccole marine, ne restituisce un aspetto abbandonato, induce problemi di sicurezza molto seri". Secondo la Comunità "uno studio coordinato a livello comprensoriale dal Parco ci era apparso come l’unica possibilità di soluzione duratura. Vale l’esempio di Manarola, dove è stato recentemente completato un intervento di salpamento dei massi portati all’interno dalla terribile mareggiata del novembre 2023, ripristinando l’agibilità dello specchio acqueo ed un livello accettabile di protezione, la cosa migliore che in urgenza si potesse fare, ma nella convinzione che dopo la prima importante mareggiata autunnale, potrebbe essere necessario un altro simile intervento. La tecnica del ripescaggio dei massi spostati da mare è evidentemente soluzione non definitiva, si rimettono sul corpo esterno della diga gli stessi elementi che il mare ha spostato certificandone con questo l’inadeguatezza".

Per la Comunità marinara "occorrono progetti che tengano conto di nuovi parametri tecnici di riferimento, quelli che i mutamenti climatici con le nuove e più frequenti mareggiate ci impongono". Da qui la proposta: "Le marine sono congestionate e soffocate dagli accosti sempre più frequenti di battelli di linea sempre più grandi, in grado di portare anche oltre 600 persone per volta, e proponiamo che con la tassa di sbarco di queste folle, che viene incassata dall’Amp, si finanzino gli studi e successivamente la costruzione nelle marine dei cinque paesi di scogliere finalmente in grado di resistere, contrastandone l’effetto, ai mutamenti climatici".