Si muove per la città in perfetta autonomia, montando e scendendo dagli autobus senza nessuna difficoltà e affrontando le scale con passo sicuro. Per Gabriele i limiti non sono dati tanto dalla sua condizione quanto dall’atteggiamento degli altri nei suoi confronti. "Con un residuo visivo non superiore a 120 vedo il mondo attraverso immagini molto parziali e limitate. Ma se le persone che mi circondano sono inclusive, tutte le difficoltà vengono superate". La scelta dell’indirizzo audiovisivo del liceo artistico Cardarelli potrebbe sembrare un paradosso ma non lo è. "Posso esprimere la mia creatività, anzi amo farlo, lavorando sulle immagini in movimento. La scrittura di una storia, fare il girato e affrontare la post-produzione, ovvero il montaggio, la fase che costruisce il senso del prodotto finale, è estremamente stimolante. Si tratta di un lavoro di équipe, naturalmente, ma riesco a prendere parte a tutti i passaggi". Come sempre, quando si ha la volontà di farlo, si riescono a valorizzare tutte le competenze e a trasformare le difficoltà in opportunità, uno svantaggio in un valore che può arricchire tutta la squadra.
Questo per te sarà l’anno della maturità, come lo stai vivendo?
"Bene, sento in me sia il dispiacere di lasciare compagni e professori sia l’emozione di un nuovo inizio. Sarà un cambiamento drastico. Sto studiando molto, il mio sogno più grande è diventare un insegnante".
E’ un’ambizione che è nata durante il tuo percorso scolastico?
"Si, ho incontrato dei docenti che mi hanno fatto maturare la convinzione che un giorno vorrei essere come loro. Aiutare i ragazzi nella loro crescita come loro lo hanno fatto con me. Quello che entrava in quest’aula per la prima volta nel 2018 era poco più che un bambino, quello che uscirà tra qualche mese sarà un giovane uomo. Coloro i quali mi hanno accompagnato durante questi anni sono stati figure per me fondamentali. Non mi riferisco tanto alla trasmissione delle nozioni in senso stretto, ma alla capacità di capire momenti e situazioni. E, in base a questo, di fornire i consigli giusti. Se ho un’ambizione nella vita è quella di restituire in parte ciò che ho ricevuto: essere un insegnante mi permetterebbe di farlo".
Importantissima per te è anche la tua famiglia...
"Senz’altro. I miei genitori naturalmente e poi le mie due sorelle minori Anna e Caterina, con cui ho un rapporto meraviglioso. Abbiamo pochi anni di differenza, qualche battibecco capita, ma sono le mie confidenti e le migliori amiche nello stesso tempo. Sapere che loro per me ci saranno sempre, e viceversa, è stupendo, quando siamo tutti i tre insieme è sempre una grande gioia. Con tutta la famiglia abbiamo viaggiato in Sardegna e in Francia, sono tra i ricordi più belli".
Cosa rappresenta per te il viaggio?
"Scoperta. Con la scuola ho avuto la possibilità di fare due Erasmus, in Grecia e in Finlandia. Sono state due esperienze appassionanti, relazionarsi con persone al di fuori del proprio contesto è sempre qualcosa che ti arricchisce. A me sta a molto a cuore la questione dei diritti civili, è stato bello constatare che è un’urgenza sentita anche dai ragazzi di altre nazioni. Può sembrare buffo, detto da uno che vive le mie difficoltà ma io vorrei vedere il mondo. Città, mari, montagne, quanti più posti possibile. Non c’è cosa più bella, non c’è esperienza in grado di migliorarti di più come persona".
Vimal Carlo Gabbiani