Ombrelloni anche sulle scogliere. "Attacco alla libertà di balneazione"

Toti annuncia l’intenzione di togliere il divieto di utilizzo che insiste sulle opere di difesa costiera. Legambiente alza gli scudi: "Già adesso quasi il 70% della riviera è nelle mani dei privati"

Scogliera di San Terenzo

Scogliera di San Terenzo

La Spezia, 21 dicembre 2022 - La scogliera di Porto Venere, ma anche quella di Lerici e persino i pennelli che dominano la linea di costa tra Marinella e Fiumaretta. Se non è una rivoluzione, ci va molto vicino, quella annunciata dal presidente della Regione Giovanni Toti a margine della presentazione della manovra di bilancio in Consiglio regionale: la Regione ha intenzione di rimuovere a partire dall’anno ormai alle porte il divieto di sistemare ombrelloni, lettini e sdraio sulle opere di difesa costiera per darle in concessione a privati. "Sarà possibile installare ombrelloni e lettini su alcune opere di difesa costiera della Liguria, una cosa oggi totalmente esclusa da qualsiasi tipo di utilizzo economico tutto l’anno – spiega –. Oggi se hai una scogliera che è stata finanziata da un provvedimento di difesa costiera non ci puoi mettere un paiolato sopra, i lettini e darla in concessione. Toglieremo il divieto ove le norme di sicurezza lo consentano, almeno in determinati periodi dell’anno. Tutte le città hanno opere di difesa costiera utilizzabili, pensate alla scogliera di Porto Venere".

Una mossa pensata per incentivare il turismo, ma che ha trovato sin da subito forti opposizioni. Se sul piano politico è la Lista Sansa con la consigliera regionale Selena Candia a tacciare l’iniziativa come ’follia’, sottolineando che "la Regione vuole privatizzare pure gli scogli: in una Liguria in cui il 69,9 per cento della Riviera è occupato da stabilimenti, la Regione pensa bene di depredare quel poco che resta dove poter stendere l’asciugamano", sotto il profilo ambientale è Legambiente ad affondare il colpo, con il presidente spezzino Stefano Sarti che bolla l’iniziativa regionale come "un ulteriore grave attacco alla libertà di balneazione. Già non è rispettata la legge regionale che prescrive, con la formula un po’ salomonica di ‘spiagge libere e libere attrezzate’, che deve sussistere un 40% conforme a tale tipologia: già ora quasi il 70% della riviera ligure è privatizzato – spiega Sarti –. Spesso i tratti liberi sono a margine degli stabilimenti balneari, molto ridotti e di conseguenza affollati, così i bagnanti colgono l’opportunità di avere nelle scogliere un accesso libero, seppur con le sue tipiche scomodità: non risulta che ci sia una petizione di massa per richiedere i paiolati o i lettini nelle scogliere".

Per il leader di Legambiente La Spezia "è inutile che gli amministratori regionali, Toti in primis, si affannino nel dire che non esistono nuove concessioni date ai privati, perché quella che propongono è di fatto una privatizzazione e una riduzione drastica della fruibilità pubblica delle scogliere. Occorrerebbe, da parte di tutti i Comuni costieri e con una regia regionale che punti a risolvere i problemi che ancora sussistono, avere una ferma volontà politica per risolvere questo problema e non semplificarlo con la privatizzazione. Ci auguriamo che questa sia solo una boutade di fine anno e che il presidente Toti ci ripensi".

mat.mar.