Massimo Merluzzi
Cronaca

Ucciso a bastonate, svolta nel delitto Daveti: arrestato il vicino già sotto accusa insieme al padre

La tragedia è avvenuta a giugno nel paesino di Morsiano nel reggiano. Stefano da anni si era trasferito dopo l’attività di insegnante e artista. E’ stato trovato agonizzante nella sua camera colpito alla testa

I carabinieri davanti all’abitazione di Daveti a Morsiano di Villa Minozzo; nel tondo, una foto della vittima

I carabinieri davanti all’abitazione di Daveti a Morsiano di Villa Minozzo; nel tondo, una foto della vittima

La Spezia, 12 gennaio 2025 – E’ arrivata una svolta nell’omicidio di Stefano Daveti, il 63enne spezzino trovato massacrato di botte all’interno della sua abitazione nella frazione di Morsiano in provincia di Reggio Emilia. A quasi sette mesi dalla tragedia che ha turbato la città dove Stefano era molto conosciuto per la sua attività di professore di storia dell’arte ma anche di artista è arrivato l’arresto di uno dei due indagati per omicidio. Si tratta del vicino di casa Cristian Chesi di 47 anni, indagato insieme al padre Emore di 67 anni, adesso ai domiciliari. Padre e figlio che risiedono a poca distanza dall’abitazione di Stefano sono difesi dall’avvocato Domenico Noris Bucchi, mentre i familiari della vittima si sono affidati al legale Andrea Lazzoni del foro della Spezia.

La tragedia era stata scoperta il 21 giugno quando Stefano Daveti venne trovato dal personale del 118 agonizzante nella sua camera da letto, colpito con una spranga. Nonostante il ricovero all’ospedale Maggiore di Parma non si è mai ripreso dalla violenza dei colpi molti dei quali alla testa ed è deceduto tre giorni dopo. Nelle ore successive alla tragedia si era parlato di un litigio con i vicini di casa ma anche di forti tensioni e di precedenti episodi turbolenti. Ma Renzo e Andrea i fratelli della vittima così come l’ex moglie e gli amici che ben conoscevano Stefano hanno sempre ribadito il carattere assolutamente pacifico, lontano da ogni tipo di violenza della vittima. Tesi sulla quale sta puntando anche il legale Andrea Lazzoni. Sul registro degli indagati della Procura di Reggio erano stati iscritti due uomini, padre e figlio, per rispondere di concorso in omicidio volontario.

La tragedia aveva scosso non soltanto la piccola frazione di montagna ma anche la città spezzina dove Stefano era molto conosciuto e ancora ricordato con affetto pur mancando da ormai una decina d’anni. Aveva deciso, dopo gli anni di insegnamento negli istituti superiori anche in Sardegna, di abbandonare la didattica per dedicarsi alla sua passione: l’arte. Una strada che lo ha portato a cercare la serenità in un casolare a Villa Minozzo che nel tempo aveva ristrutturato. Ma ha trovato invece una morte di incredibile violenza. Della vicenda si erano occupati anche i carabinieri del Ris di Parma che hanno effettuato un attento sopralluogo sulla casa del quale il legale del foro spezzino Andrea Lazzoni è in attesa della relazione. All’autopsia eseguita all’ospedale di Modena hanno partecipato il consulente tecnico nominato dai famigliari della vittima, la dottoressa Darica Soprani di Parma e il dottor Sabino Pelosi dell’istituto di medicina legale dell’Università di Modena. Dopo l’esame la magistratura di Reggio Emilia aveva concesso il nulla osta per la celebrazione del funerale. I famigliari e gli amici si erano ritrovati aVilla Minozzo per una cerimonia. A Spezia invece era stata organizzata una fiaccolata. I fratelli, gli amici e tanti artisti che in passato hanno frequentato Stefano si erano ritrovati nel quartiere Favaro.