La Spezia, 20 gennaio 2025 – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Cristian Chesi, il 47 enne arrestato per l’omicidio dello spezzino Stefano Daveti. L’uomo arrestato la scorsa settimana dai carabinieri è comparso in Tribunale per sottoporsi all’interrogatorio di garanzia davanti al giudice delle indagini preliminari Silvia Guareschi, che per lui ha disposto nei giorni scorsi la custodia ai domiciliari nella sua abitazione di Morsiano. Una casa a poca distanza da quella casa dove risiedeva il 63 enne spezzino colpito a colpi di spranga nello scorso 21 giugno giugno e poi morto all’ospedale Maggiore di Parma dopo tre giorni di agonia senza mai riprendere conoscenza.
L’accusa è di omicidio volontario con l’aggravante della minorata difesa. Per il momento gli arresti sono scattati per Cristian Chesi mentre è ancora al vaglio degli inquirenti coordinati dal pubblico minister Maria Rita Pantani la posizione del padre Emore di 67 anni. Una vicenda che ha profondamente turbato la città e i tanti amici spezzini che conoscevano Stefano Daveti e il suo carattere estremamente pacifico. Un’anima artistica che lo aveva portato a rinunciare alla professione di docente per ritirarsi nella pace del paese sulle colline reggiane. La famiglia della vittima, i fratelli Renzo e Andrea, si è affidata alla difesa dell’avvocato Andrea Lazzoni del foro spezzino che sta cercando di ricostruire la dinamica di quel tragico pomeriggio che ha portato all’aggressione di Daveti.
Le indagini si erano immediatamente concentrate su padre e figlio, vicini di casa, che hanno lanciato la richiesta dei soccorsi al 118. Quando i sanitari sono arrivati hanno trovato Stefano in condizioni disperate trasferendolo d’urgenza all’ospedale di Parma. La settimana scorsa è scattato l’arresto per Cristian Chesi che è comparso in Tribunale a Reggio Emilia per sottoporsi all’interrogatorio di garanzia davanti al giudice delle indagini preliminari Silvia Guareschi difeso dall’avvocato Domenico Noris Bucchi. Per il momento si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nessuna decisione invece è stata assunta nei confronti del padre Emore che era stato indagato insieme al figlio con l’accusa di omicidio.