ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Trans uccisa, Bedini tradito dalla targa dell’auto della vittima

Dopo il delitto l’aveva collocata nel cassone del pick-up; la presenza è stata svelata della immagini riprese dalle telecamere

Rilievi della scientifica nella zona dove è stato ritrovato il corpo

Rilievi della scientifica nella zona dove è stato ritrovato il corpo

Sarzana (La Spezia), 13 giugno 2022 - C’era la targa della Ford Fiesta di Camilla sul cassone del pick up di Daniele Bedini. La notizia non è ancora stata ufficializzata, ma i carabinieri incessantemente all’opera da una settimana, l’avrebbero scoperta rivedendo i filmati delle telecamere di videoserveglianza dell’azienda vicina alla falegnameria della famiglia Bedini in via Carriona. Immagini fondamentali in tutta la vicenda, e che sono state usate per ricostruire numerosi movimenti dell’indagato. In particolare sono state riesaminate le immagini della mattina tra il 5 al 6 di giugno, quelle in cui presumibilmente Bedini avrebbe freddato con una calibro 22 la trans Carlo Bertolotti. La targa, come del resto la pistola, probabilmente usata per entrambi gli omicidi, quello di Camilla e quello della prostituta Nevila Pjetri, non sono ancora state ritrovate. E se della pistola (forse quella di cui aveva denunciato la scomparsa dalla cassaforte il padre qualche giorno prima) non si hanno ancora tracce, della targa sì, nonostante non sia ancora stata ritrovata. L’aver tolto la targa all’auto di Camilla potrebbe essere stato un tentativo per evitare di fare identificare il proprietario del mezzo, il cui cadavere giaceva a pochi metri dell’auto nascosto tra cespugli di pitosforo. O comunque un modo per non far collegare l’auto piena di sangue al cadavere di Camilla.

Le indagini e, nel riquadro, Daniele Bedini
Le indagini e, nel riquadro, Daniele Bedini

Questa ulteriore prova a carico di Bedini stringe ancora di più il cerchio, anche se il 32enne di Carrara continua a dirsi estraneo ai fatti. Di certo immagini che i carabinieri hanno raccolto tra Marinella e casa sua sono schiaccianti. E poi c’è il particolare dello stop destro non funzionante del pick up Fiat Strada. Le telecamere di uno stabilimento di Marinella riprendono il mezzo che si dirige verso il bagno Soleada, dove è stata uccisa la notte tra il 4 e il 5 giugno Nevila Pjetri, e dalle immagini si vede che lo stop non funziona. Proprio come in realtà non funziona sul pick up. E poi ci sarebbe la testimonianza che i carabinieri hanno raccolto dall’amico di Bedini, secondo il quale si sarebbe presentato da lui in piena notte in stato di agitazione e con la camicia sporca di sangue. Gli avrebbe riferito di aver avuto un corpo a corpo con una persona di genere maschile.

L’amico, che ne ha parlato con i carabinieri dopo la notizia del sewcondo delitto, ha anche riferito di aver visto, quella notte, in mano a Bedini dei documenti appartenenti ad una donna. Tra le prove a suo carico anche il ritrovamento dei documenti del trans Carlo Bertolotti nella sua camera da letto di via Carriona. I testimoni che lo hanno visto scaricare il cadavere di Nevila nel torrente Parmignola, le tracce di sangue sul pick up, l’impronta di scarpa numero 43 rinvenuta nell’auto di Camilla, e le immagini che lo riprendono mentre si arrampica per entrare in casa la mattina del delitto di Nevila, si sommano a tutti gli altri indizi. La giustizia farà il suo corso, ma Bedini in carcere ci doveva già essere per la rapina ad una sala slot fatta nel 2019 a Fossola e che gli era costata la condanna definitiva a tre anni di carcere, all’esito del giudizio della Cassazione emesso il 21 dicembre scorso. Ma l’ordine di arresto gli erastato notificato solo il giorno del fermo di indiziato del delitto, nonostante già da febbraio la sentenza fosse stata pubblicata nel sito della Suprema Corte.