REDAZIONE LA SPEZIA

"Ora giustizia è fatta"

Il pianto della donna che cerca l’abbraccio della figlia Micol "Anche io sono vittima"

Il primo gesto è stato l’abbraccio della figlia Micol, poi ha pianto a dirotto. Nicoletta Novelli, moglie di Vincenzo D’Aprile, ha reagito così alla lettura della sentenza. Il pm Monica Burani nella sua requisitoria l’aveva indicata come seconda vittima di Francesco Ruggiero. Le abbiamo chiesto se tale si considerava. La risposta è stata lapidaria: "La prima in vita...". E poi ancora lacrime, l’abbraccio dell’avvocato che l’ha assistita, Silvia Rossi, le parole sussurrate al suo orecchio: "Grazie; giustizia è fatta".

"Ho evitato l’ennesimo femminicidio, l’ennesimo paio di scarpette rosse", aveva detto Ruggiero alla sorella dopo l’autoconsegna ai carabinieri, dopo l’arresto, ergendosi a protettore e paladino contro la violenza sulle donne. No, non è così. Lo aveva spiegato il pm Burani nella sua replica, scavando nell’anima nera dell’uomo: "Per violenza sulle donne non dobbiamo intendere solo quella fisica; il gesto di Ruggiero, ovviamente ha la sua vittima principale in Vincenzo D’Aprile, ma a ben vedere è stato un gesto di violenza anche su Nicoletta, su quella donna che pure lui diceva di amare. Uccidendole il marito, il Ruggiero ha annullato la sua libertà di scegliere, di autodeterminarsi, le ha negato la libertà di decidere per la sua vita".

Ruggiero con l’omicidio del rivale ha dimostrato tutta la sua incapacità di accettare la possibilità che Nicoletta scegliesse il marito. "E allo stesso tempo la ha condannata per sempre" ha sostenuto, facendosi interprete psicologico dell’atto: "Un gesto che è una autentica manifestazione del senso di possesso del Ruggiero, gesto doppiamente violento, perché non ha solo privato un uomo della sua vita, ma ha anche privato una donna, Nicoletta, della libertà di fare per se stessa una scelta di vita, non condivisa dal Ruggiero".

Corrado Ricci