Oto Melara, Fincantieri fa un passo avanti

Si profila l’ingresso di Cassa depositi e prestiti al fianco dell’azienda nell’operazione di acquisto. Pucciarelli: "E’ lo scenario giusto"

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Dunque, sembra prendere corpo concretamente l’ipotesi di un ingresso di Cdp, Cassa depositi e prestiti, nell’operazione di acquisto di ex Oto Melara e Wass da parte di Fincantieri. Un alleato forte che consentirebbe - stando alle indiscrezioni rilanciate anche dalle agenzie Reuters e Bloomberg - di mettere sul tavolo una proposta credibile, circa 550 milioni, mettendo fuori gioco altri pretendenti, a cominciare dal consorzio franco-tedesco Knds. E c’è chi non esclude un’offerta ancora più robusta dell’ordine di 70 milioni di euro, contestualmente a un possibile aumento di capitale per offrire solide basi economiche all’investimento. Un’operazione che consentirebbe al gruppo guidato da Giuseppe Bono di acquisire il controllo delle due aziende specializzate nella produzione di blindati, sonar, cannoni navali e siluri, coprendo importanti quote di mercato. Una strategia che potrebbe andare verosimilmente in porto anche in considerazione dei buoni rapporti del numero uno di Fincantieri con i leader di un’ampia area dello schieramento maggioranza (Cdp è controllata per l’83% dal Ministero dell’economia e delle finanze e per circa il 16% da varie fondazioni bancarie). Certezze ovviamente non ce ne sono, anche perché all’indomani delle indiscrezioni filtrate da ambienti finanziari, la stessa Cdp non aveva né smentito né confermato. Di certo la trattativa è a uno snodo cruciale e a tutti i livelli prevale l’orientamento al massimo riserbo possibile. Anche i tempi parrebbero essere abbastanza contenuti, in considerazione dello stato di avanzamento della trattativa. E non sarebbe ininfluente, rispetto alla "fretta" di Fincantieri, la prossima scadenza del mandato dell’ad Bono, prevista a primavera.

Secondo i rumors alimentati anche da fonti qualificate, il super manager si dice voglia mettere sul tavolo della sua riconferma proprio il closing dell’operazione Leonardo. L’ingresso di Cdp nella partita raccoglie giudizi largamente positivi negli ambienti politico-finanziari e di governo. Lo stesso sottosegretario leghista alla Difesa, la spezzina Stefania Pucciarelli, la riterrebbe una scelta "giusta", trattandosi dell’ingresso in campo di un partner pubblico, come appunto la Cassa depositi e prestiti. "Del resto una scelta di questo tipo - ha dichiarato a La Nazione - è in linea con le indicazioni a suo tempo venute dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. E questo scenario mi fa ben sperare in una evoluzione della questione nella direzione che avevo auspicato nella mia richiesta iniziale e cioè che Ex Oto Melara resti in mani italiane". La via nazionale per l’acquisto e il rilancio di ex Oto Melara piace anche a Fim, il sindacato dei metalmeccanici Cisl. Che, come ricorda il segretario provinciale Gianluca Tavilla, a livello nazionale chiede al governo di coinvolgere le organizzazioni sindacali sulle scelte strategiche del gruppo. L’obiettivo, ribadito in occasione del recente sciopero dei lavoratori Leonardo, è quello di perseguire per Sistemi di difesa "un’alleanza che sia valida e di grandi prospettive occupazionali, industriali caratterizzata da forti investimenti". Quanto ai possibili scenari, secondo Fim "le alleanze devono vedere il mantenimento dell’interesse nazionale ma dentro un sistema integrato che veda il coinvolgimento dell’Europa, all’interno del sistema integrato dell’industria della difesa europea". Insomma bene per Oto un’operazione italiana con Fincantieri, ma con un occhio rivolto all’Europa, "attraverso accordi e alleanze che valorizzino gli asset industriali e le competenze Italiane".

Franco Antola