La Spezia, 21 gennaio 2025 – Il via libera è arrivato pochi giorni fa da parte del Dipartimento amministrativo e legale del Comune della Spezia, all’esito della conferenza dei servizi che non ha ravvisato criticità sulla realizzazione delle opere. Leonardo avvia l’ampliamento degli spazi operativi e amministrativi all’interno del compendio di via Valdilocchi. Si tratta dei primi interventi che, da qui al 2028, vedranno all’ex Oto Melara l’avvio di corposi investimenti in termini di nuovi spazi lavorativi, al fine di accogliere il preventivato incremento occupazione e far fronte al boom produttivo che vedrà largamente impegnato per i prossimi anni lo stabilimento spezzino. In primis, la commessa legata alla joint venture tra Leonardo e Rheinmetall: la Leonardo Rheinmetall Military Vehicles avrà la sua sede operativa alla Spezia. Poi, le altre commesse per l’Esercito italiano, dal Centauro II ai mezzi blindati Vbm plus (questi attraverso in consorzio con Iveco; ndr). Il primo via libera ai lavori all’interno del compendio di via Valdilocchi riguarda la realizzazione di lavori di miglioramento sismico del fabbricato F13-Reparto Q, e la realizzazione di un prefabbricato provvisorio all’interno del quale allocare gli uffici amministrativi. Nel corso dei prossimi anni, l’esigenza di aumentare le linee produttive porterà Leonardo non solo a riqualificare i capannoni esistenti, ma anche a creare nuove strutture. Non è un caso che, proprio a questo scopo, il colosso del settore armiero abbia presentato la propria manifestazione di interesse a Enel per occupare una porzione del compendio dell’ex centrale di Vallegrande, con l’obiettivo di realizzarvi uffici e linee di produzione. In attesa che il colosso dell’energia si pronunci sulle istanze, Leonardo ha avviato il programma di riqualificazione degli spazi interni. Solo nel luglio scorso, l’amministratore delegato Roberto Cingolani non aveva escluso un raddoppio degli spazi produttivi esistenti in relazione all’avvio della nuova produzione a braccetto con Rheinmetall. In parallelo, la crescita occupazionale, destinata a un incremento consistente rispetto ai circa 1200 lavoratori attuali.
Ieri, invece, Leonardo ha incassato anche il via libera dell’Antitrust tedesca alla creazione della joint venture con Rheinmetall per i mezzi militari terrestri da fornire all’Esercito italiano. “Vista l’attuale situazione geopolitica – spiega il presidente del Bundeskartellamt, Andreas Mundt – c’è notevole movimento nell’industria della difesa. Rheinmetall e Leonardo sono senza dubbio due importanti aziende della difesa. Tuttavia, la creazione della joint venture non ha sollevato preoccupazioni in materia di concorrenza e ha potuto essere autorizzata rapidamente. Le attività di Rheinmetall e Leonardo sono complementari e non ci sono sovrapposizioni significative nei loro attuali business”. Un ruolo nella decisione dell’Autorità è anche legato al fatto che nessuno dei due gruppi sarebbe stato in grado da solo di soddisfare le commesse previste dal ministero della Difesa italiano: Leonardo, riporta la nota dell’Antitrust, “non ha le piattaforme necessarie per la produzione dei carri armati e Rheinmetall non sarebbe stata in grado di soddisfare il requisito di realizzare il 60% del lavoro a valore aggiunto in Italia”.
Dall’accordo firmato nei mesi scorsi tra l’amministratore delegato Roberto Cingolani, e il ceo di Rheinmetall, Armin Papperger, nasceranno due linee di produzione. Sono previsti circa 300 Main Battle Tank (Mbt) e 1050 Lynx, veicoli di combattimento della fanteria corazzata (Aics). Il carro armato Panther KF51 sviluppato dall’azienda tedesca Rheinmetall costituirà la base per il nuovo carro armato che sostituirà l’Ariete nell’esercito italiano. Oltre al classico veicolo da combattimento di fanteria verranno prodotte versioni antiaeree da ricognizione e anticarro.