REDAZIONE LA SPEZIA

Otto minuti di attesa per parlare con il Cup

La Nazione testa il servizio telefonico di prenotazione. E a Bragarina l’Asl si prepara alla riapertura del 29. Le prestazioni disponibili

L’allestimento della sala d’attesa per le prestazioni sanitarie

La Spezia, 24 giugno 2020 - «Sono venuto direttamente qui perché ho chiamato il call center del Cup e non mi hanno saputo dare una risposta: nessuno sa quando potrò finalmente fare l’esame all’orecchio annullato a causa della pandemia". È il volto risentito di un settantenne spezzino appena uscito dalla Casa della salute di Bragarina l’emblema della confusione che regna attorno alla riprogrammazione degli esami specialistici bloccati dall’Asl a seguito del coronavirus. Anche ieri, sono stati diversi i cittadini-pazienti che hanno affidato ai social le proprie lamentele riguardo le difficoltà d’accesso al call center del centro unico di prenotazione. Così, ieri pomeriggio, anche ‘La Nazione’ ha voluto testare il servizio telefonico che la Regione ha potenziato proprio per far fronte alla grande mole di chiamate e richieste. Risultato? Per prenotare visite ed esami serve tanta, tantissima pazienza. E se l’assessore alla sanità Sonia Viale lunedì aveva stimato in 3 minuti e 51 secondi il tempo medio d’attesa per parlare con un operatore, ieri le cose evidentemente sono andate peggiorando, dato che su sette telefonate effettuate tra le 14.20 e le 15.45, in due circostanze il cronista si è imbattuto nel messaggio registrato con cui è stato "pregato di richiamare" perché "tutti gli operatori sono impegnati in altre conversazioni", mentre in tutte le altre i tempi di attesa hanno superato i cinque minuti – con un picco di 8 minuti e diciotto secondi –, eccetto un paio di volte in cui la risposta dell’operatore è arrivata entro i quattro minuti. A Bragarina , intanto, Asl5 si prepara alla riapertura degli ambulatori specialistici, prevista per lunedì 29 giugno. Sarà l’unica Casa della salute cittadina accessibile per lo svolgimento di visite ed esami, ma la ripartenza delle attività avverrà per gradi. Con il centro prelievi aperto da settimane assieme ai servizi domiciliari e alla consegna dei farmaci, i primi ambulatori destinati a riaprire sono quelli di otorinolaringoiatria, ortopedia, cardiologia, urologia e radiologia, oltre al centro multidisciplinare di senologica e a fisiatria; le altre specialità saranno riattivate nelle settimane successive. Con la libera professione ancora al palo, tutta la palazzina B del complesso di via Sardegna sarà dedicata allo svolgimento delle visite e delle prestazioni diagnostiche, ed è probabile che nei pressi dell’ingresso sia realizzato un triage dedicato, così come già accade per la palazzina A, quella dedicata agli esami del sangue e ad altri servizi, come il ritiro dei medicinali. Attività, queste ultime, che nei giorni scorsi avevano portato ad affluenze record e a proteste, ma che sembrano in via di… guarigione. Ieri, come documentato da La Nazione, l’afflusso di pazienti ha portato a picchi di ‘solo’ dieci persone in attesa del proprio turno, assiepati sotto gli ombrelloni piazzati dall’azienda dopo le proteste della scorsa settimana. Gli accessi? Filtrati da personale ad hoc, col paziente che viene dapprima sottoposto alla misura della temperatura, e poi indirizzato verso il servizio richiesto. Matteo Marcello © RIPRODUZIONE RISERVATA