MATTEO MARCELLO
Cronaca

Parco 5 Terre, Viviani si presenta: "Più ascolto al nostro territorio"

Il neo presidente pronto a prendere in mano i temi che da mesi stanno facendo discutere le comunità

Turisti in visita nei borghi delle Cinque Terre. Quello dell’overtourism sarà uno dei temi centrali del mandato del neo presidente

Turisti in visita nei borghi delle Cinque Terre. Quello dell’overtourism sarà uno dei temi centrali del mandato del neo presidente

L’esordio ufficiale, per dirla con termini calcistici, è giovedì prossimo in Consiglio direttivo. Ad attenderlo, una serie di temi insoluti che da mesi stanno facendo discutere e mugugnare le comunità. Lorenzo Viviani, neo presidente delle Cinque Terre, non si tira indietro.

Sin dalle prime dichiarazioni ha dimostrato un’attenzione particolare per l’agricoltura. Quali idee per recuperare un territorio che sotto questo profilo rischia l’abbandono?

"Ho posto attenzione al mondo agricolo perché penso che sia imprescindibile dalla vita delle Cinque Terre. Oltre ai temi comuni agli altri parchi sulla tutela ambientale e sulla conservazione della biodiversità, le Cinque Terre hanno bisogno dell’agricoltura per poter esistere e mantenere i terrazzamenti, che oltre a proteggerle le rendono un paesaggio unico. Dobbiamo far sì che il flusso economico del turismo si possa fermare sulle colline alle spalle dei paesi; bisogna rendere più remunerativo, attraverso la valorizzazione dei prodotti, il lavoro dei nostri agricoltori, agevolandoli nelle mille difficoltà che da sempre devono affrontare. Il Parco ha già diverse progettazioni, servono rinnovato impegno e ascolto del settore agricolo".

Via dell’Amore, dopo lavori costati 24 milioni, è di nuovo chiusa per frana. Nei mesi scorsi, anche le polemiche e un ricorso al Tar sull’accesso al sentiero. Come conciliare tutela e fruibilità di questo patrimonio?

"La situazione della Via dell’Amore ci fa a capire quanto questo territorio sia fragile e come sia fondamentale la sua cura e manutenzione quotidiana. Le dinamiche sono legate principalmente al Comune di Riomaggiore e a Regione Liguria, voglio però sbilanciarmi: il Parco sarà presente a fianco degli amministratori e delle comunità anche su questa partita".

Nel suo intervento alla Camera e al Senato ha puntato molto sull’overtourism e sul fatto che sul territorio debba rimanere una fetta più consistente degli introiti generati dal turismo. Concorda con le tariffe turistiche dei treni istituite dalla Regione, o crede si debba cambiare qualcosa?

"Sono state fatte ricerche dettagliate promosse dal Parco che meritano un’ampia riflessione. Tutto certamente si può e si deve migliorare. Soprattutto quando le comunità, quasi all’unisono, sottolineano a gran voce le criticità sulla tariffazione dei biglietti ferroviari: bisogna dare ascolto alla voce di chi vive e fa vivere il territorio. Sono altresì convinto che con la nuova giunta regionale si possa, dati alla mano, discutere e confrontarsi su questo tema serenamente, andando incontro alle esigenze dei cittadini e facendo in modo che le risorse restino e diano il proprio frutto sul territorio delle Cinque Terre".

Come gestire il sovraffollamento di sentieri e borghi? È d’accordo sull’ipotesi di contingentamento dei flussi?

"Non mi piacciono i divieti a prescindere, al contempo abbiamo bisogno di difendere un territorio così fragile dalle famose giornate rosse che fanno diventare i nostri borghi invivibili per i residenti e fanno anche scadere parecchio la qualità dell’accoglienza. Le Cinque Terre hanno vocazione e aspettativa di un turismo consapevole e di qualità che abbia voglia, curiosità, interesse di visitare con attenzione e conoscere i nostri borghi e di assaporare con gusto e tranquillità paesaggi naturali e prodotti tipici. Parliamo di patrimoni Unesco, unici al mondo".

Ha parlato di ‘identità perduta’, perchè sul territorio si abbandonano i lavori tradizionali per vivere di turismo. Non crede, dati alla mano, che il processo sia irreversibile?

"Penso sia una battaglia dura ma fondamentale da vincere per il futuro del territorio. Non siamo solo un paesaggio mozzafiato. C’è una comunità fatta da tradizioni, antico sapere e prodotti locali che deve essere preservata, rispettata, valorizzata".

Le storiche marine delle Cinque Terre stanno scomparendo, uno dei settori tradizionali come quello della pesca si è progressivamente ridotto. Come invertire il trend?

"Il prodotto della pesca delle Cinque Terre, pescato con regole ancora più virtuose rispetto all’esterno, deve essere riconoscibile e valorizzabile nella sua specificità, non venduto in maniera anonima, come spesso succede ora. Riscoprire specie ittiche povere, spesso dimenticate dal mercato e dalla ristorazione, nella loro identità come nella loro misconosciuta antica preparazione e tradizione gastronomica, ci permetterebbe di promuovere quelle pratiche virtuose della pesca da esportare anche all’esterno dell’Area marina protetta. Insomma, in tavola alle Cinque Terre sarebbe non solo bello ma intelligente trovare prodotti del nostro mare piuttosto che il salmone".

Sulla depurazione tanti progetti ma nessun risultato. Quali soluzioni?

"Migliorare la depurazione delle acque reflue penso sia una delle sfide importanti che Comuni e Parco devono affrontare, anche per il riutilizzo della risorsa idrica a scopo agricolo. Una partita doppiamente difficile, vista la conformazione dei borghi e dei territori, ma che alla lunga potrà dare grandi soddisfazioni".

Donatella Bianchi è stata criticata per essersi candidata alle regionali del Lazio. Lei, che ha già alle spalle un’importante carriera politica, non teme di essere ‘tirato per la giacca’ dai partiti?

"Sono al servizio del territorio e delle comunità che ci vivono e lavorano, credo che la politica in questo caso vesta una maglia sola: quella delle Cinque Terre".