Parco, Viviani verso la presidenza. Ok della commissione al Senato

Ieri le due audizioni a Roma. Per il leghista a breve dovrebbe arrivare anche il via libera della Camera

Parco, Viviani verso la presidenza. Ok della commissione al Senato

Lorenzo Viviani nel corso dell’audizione che si è tenuta ieri mattina al Senato

Il primo ok è arrivato ieri mattina dal Senato, con undici voti favorevoli della maggioranza e l’uscita dall’aula al momento del voto dei parlamentari del Pd Italia Viva e M5S. Il secondo potrebbe arri vare nel giro di pochi giorni alla Camera. A quel punto, tra Lorenzo Viviani e la presidenza del Parco nazionale delle Cinque Terre sarà solo una questione di decreto, quello che il ministero andrà a vergare quasi certamente dopo le elezioni regionali liguri. Il 41enne biologo marino ed ex deputato della Lega, nativo di Monterosso, già lo scorso marzo era stato indicato da La Nazione tra i papabili al ruolo. Viviani ieri mattina era a Roma, per una doppia audizione davanti alle due commissioni Ambiente di Camera e Senato, durante le quali ha messo a fuoco le priorità e le criticità del territorio. Prima fra tutte, la fragilità di un territorio esposto più di altri al dissesto idrogeologico. "È un posto speciale, ma ci sono molte problematiche che l’affliggono – ha detto Viviani –. Quello delle Cinque Terre è un parco atipico: in altri si punta a limitare l’attività antropica, qui invece il paradigma è diverso, ovvero c’è la necessità di riportare l’uomo al centro di un territorio che è stato costruito dalla fatica delle comunità. L’agricoltore deve avere la volontà di tornare a coltivare, perchè è attraverso l’agricoltura che si salva il territorio dal dissesto".

Viviani, che ha evidenziato come la propria idea di Parco sia quella di "un ente che lavori a quattro mani coi sindaci del territorio, che sono i veri rappresentanti della comunità, senza sovrastare le comunità", nelle sue esposizioni ha affrontato i delicati temi dell’overtourism e della depurazione delle acqua. Sul primo punto, l’ex deputato ha spiegato che "i flussi, come sono in questo momento arrecano danni su più fronti. Non è solo un problema di sicurezza e protezione civile, i nostri territori stanno perdendo identità: la marineria delle Cinque Terre è praticamente scomparsa, il turismo ha tolto tanti lavoratori alla pesca e li ha ’trasferiti’ all’accoglienza, ma così facendo si sta perdendo un valore aggiunto. Penso che molto di quello che viene ricavato dalla tariffazione legata al turismo, debba rimanere sul territorio, per la tutela del territorio". Poi, sulla depurazione. "Una sfida gigantesca, sarà difficile riuscire a fare impianti di depurazione della sostanza organica tramite fanghi attivi all’interno dei borghi, ma sono quelle sfide secondo me necessarie, ce la possiamo fare".

Matteo Marcello