ELENA SACCHELLI
Cronaca

Passione di famiglia. La Cardelli e Fontana: "Siamo un’attrazione per clienti esigenti"

I titolari raccontano origini e passaggi cruciali di un’esperienza di successo. E dal 15 marzo, nei locali di via Mazzini, la personale del ’nostro’ Baricchi.

Cesare e Alessia Cardelli insieme al socio Massimo Biava. Sullo sfondo opere di Fabrizio Prevedello

Cesare e Alessia Cardelli insieme al socio Massimo Biava. Sullo sfondo opere di Fabrizio Prevedello

Tra arte contemporanea e moderna, a Sarzana c’è ancora spazio per la bellezza. Aperta sin dal 1980 da Cesare Cardelli – allora si chiamava ‘Il Pomarancio’ – la ‘Cardelli e Fontana’, rappresenta forse l’unica galleria d’arte significativa rimasta attiva nel territorio spezzino. Portata avanti dal noto gallerista insieme a Francesca Fontana in via Mazzini, dal 2007 ha sede in via Torrione Stella, a pochi passi dalla centralissima piazza Matteotti. Nel 1998 la gestione della ‘Cardelli e Fontana’ è passata ai figli dei due galleristi – Alessia Cardelli e Massimo Biava, figlio di Francesca Fontana – che tutt’ora portano avanti la galleria sotto l’occhio vigile di Cesare Cardelli tra collaborazioni con gallerie estere, partecipazioni alle più importanti fiere del settore e promozione dell’attività dei propri artisti con mostre in sede.

Biava, in cosa consiste la vostra attività?

"Ci occupiamo parallelamente di due filoni. Per quanto riguarda l’arte contemporanea seguiamo diversi artisti, tutti italiani, in esclusiva totale o parziale. Organizziamo mostre qui in galleria e partecipiamo alle fiere nazionali di Bologna, Milano, Torino e Verona. Curiamo la carriera dei nostri artisti collaborando anche con gallerie estere, in particolare in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti. C’è poi il settore dell’arte moderna, in cui abbiamo una specializzazione in astrattismo geometrico italiano dagli anni ‘30 alla fine degli anni ‘50. Su questo segmento così specifico siamo considerati una galleria molto importante e abbiamo una clientela di livello altissimo".

Cos’è che vi consente di restare, tutt’oggi, attivi sul mercato?

"Diciamo che se a Sarzana il collezionismo non esiste più, la partecipazione alle più importanti fiere del settore dove noi riusciamo a portare opere sia di arte contemporanea sia di arte moderna, dividendo spesso lo stand in due sezioni, ci aiuta molto. La nostra è considerata una buona galleria a livello nazionale e avendo diversi contatti con collezionisti, anche per la nostra esperienza decennale, abbiamo molti clienti che poi vengono a trovarci qui per acquistare opere che, se parliamo di astrattismo geometrico, possono arrivare a valere anche alcune decine di migliaia di euro".

Quanti artisti seguite?

"All’incirca una decina, tra cui il fotografo Luca Lupi, i due scultori Fabrizio Prevedello e Giuseppe Maraniello e diversi pittori. Tra loro abbiamo Renata Boero, nota pittrice del 1936 che ha partecipato a diverse biennali, Mirco Marchelli, che per anni è stato il trombettista di Paolo Conte, Marco Salvetti, Cesare Biratoni e Mirko Baricchi, pittore originario della nostra provincia di cui inaugureremo una mostra proprio il prossimo 15 marzo".

C’è qualche attività su cui vi piacerebbe concentrarvi?

"Prima ci occupavamo molto di didattica e ci piacerebbe riprendere a farlo. Da qualche mese stiamo rinforzando il rapporto con l’Accademia delle Belle Arti di Carrara che è venuta qui a vedere ‘Classica’ Di Prevedello. Questo ci fa ben sperare".

Crede che in questo momento ci sia qualche tendenza nell’arte?

"I giovanissimi ora sono orientati verso la pittura che è ritornata. Molti di loro si dedicano al paesaggio bucolico, che rappresenta un po’ il ritorno al passato. Come spesso è accaduto nei periodi di recessione, nell’arte si ricercano cose rassicuranti. E in questo momento si sta verificando un ritorno alla pittura tradizionale".