Dopo due anni e mezzo il Consiglio di Stato dovrebbe aver messo la parola fine allo scontro in punta di diritto fra due colossi della ristorazione, Cirfood Sc e Dussmann Service Srl. Era il 20 dicembre del 2019 quanto Alisa, Azienda Ligure Sanitaria della Regione Liguria, aveva indetto una gara per l’affidamento del servizio di ristorazione ospedaliera e aziendale, a ridotto impatto ambientale, rivolto ai degenti ricoverati all’interno degli stabilimenti ospedalieri, agli utenti delle strutture residenziali e semiresidenziali territoriali e ai dipendenti di alcune strutture regionali, fra cui nel lotto 3 Asl 5 Spezzina oltre poi a Ospedale Policlinico San Martino, Asl 2 Savonese, e Asp Emanuele Brignole per la durata di otto anni con opzione di rinnovo per ulteriori dodici mesi. Un maxi appalto milionario che la Dussmann Service si era aggiudicata spuntandola di pochi punti sulla concorrente Cirfood: 100 punti contro 96,88 punti. Cirfood non c’era stata all’esito della gara portando tutte le carte al Tar della Liguria: un contrasto complesso, fatto di ricorsi e cause incidentali presentati dalla stessa Dussmann che alla fine l’aveva spuntata anche di fronte ai giudici amministrativi del primo grado che non solo avevano respinto il ricorso di Cirfood ma avevano pure accolto le richieste incidentali presentate dalla Dussmann ottenendo l’esclusione dalla gara di Cirfood. In primo grado, però, il Tar aveva anche disposto una nuova verifica di congruità dell’offerta presentata da Dussmann.
Entrambe le società avevano quindi presentato appello al Consiglio di Stato contro la sentenza di primo grado. Da un lato Cirfood proponeva di riformarla interamente, reintegrandola nella gara e tornando a chiedere l’esclusione della Dussmann per motivi legati al costo del lavoro all’interno dell’appalto. Sul fronte opposto, l’altra società chiedeva ancora di respingere la richiesta di Cirfood e di rivedere parte della sentenza di primo grado. E all’inizio di agosto la sentenza di appello che ancora una volta boccia Cirfood. Secondo i magistrati amministrativi la proposta di Cirfood presentava elementi che la escludevano a priori dalla gara perché non rispettavano i requisiti minimi e in particolare i tempi minimi di consegna dei pasti prescritti dal capitolato tecnico e si entra proprio in territorio spezzino. La Cirfood indicava in 1 ora e 30 minuti il tragitto dal centro di produzione di Vezzano al centro diurno e poi al centro "superiore ai 55 minuti indicati dal capitolato quale requisito minimo dell’offerta". Conti che non tornano per nessuna consegna nelle strutture spezzine, come la Rsa di La Spezia, o il centro diurno di Gaggiola. Censura che per i giudici comporta l’esclusione della Cirfood.