I pattugliatori offshore per la Marina. Attrezzati per ripararsi dai mini e micro droni

Taglio della lamiera, a Riva, per la prima delle unità. Per gli allestimenti sarà trasferita al Muggiano. Sistemi di difesa di Leonardo

La presentazione dei pattugliatori

La presentazione dei pattugliatori

Genova, 26 settembre 2024 – Con la cerimonia di taglio lamiera, sono iniziati martedì scorso, nello stabilimento genovese di Riva Trigoso i lavori per il primo dei quattro pattugliatori offshore di nuova generazione che Fincantieri costruirà per la Marina militare. Il programma, inserito nell’ambito del piano di ammodernamento e rinnovamento dello strumento navale nazionale, prevede la costruzione di quattro unità, più altre due in opzione, con la consegna della prima prevista entro il 2027. Il valore complessivo delle prime quattro navi, contrattualizzate da Orizzonte Sistemi Navali – joint venture formata da Fincantieri (51%) e Leonardo (49%) – è di quasi 1,2 miliardi, comprensivo dei servizi di supporto logistico.

Con una lunghezza di circa 95 metri, un dislocamento di 2.400 tonnellate e la capacità di ospitare a bordo 93 membri dell’equipaggio, i nuovi pattugliatori si distingueranno per la concentrazione di soluzioni tecnologiche e per standard di eccellenza in termini di automazione e manovrabilità. Tra le innovazioni, il ’cockpit navale integrato’, sviluppato per i ’multi purpose combat ships’ (Ppa) della Marina militare e frutto della collaborazione tra Fincantieri NexTech e Leonardo: una postazione che permette il controllo delle macchine, dei timoni e degli impianti di piattaforma, oltre che di alcune funzioni del sistema di combattimento da parte di soli due operatori, il pilota e il copilota, ottimizzando efficienza e sicurezza.

Tecnologie sofisticate, dunque, al servizio delle mutate esigenze di sicurezza e difesa. Anzi, potremmo parlare a tutti gli effetti di tecnologie di ultima generazione. I sistemi di difesa pensati da Leonardo per questi pattugliatori agiscono infatti in modo complementare, offrendo uno scudo aereo ad ampio spettro e integrato. Requisito, quello della flessibilità di utilizzo e prestazione, essenziale alla luce degli ultimi sviluppi del comparto: c’è dunque un sistema di difesa primario, che agisce sulle minacce più grandi sia in termini di dimensioni che di capacità di manovra; i sistemi di difesa secondari, che debuttano per la prima volta sugli Opv (offshore patrol vessels) sono stati invece sviluppati appositamente per implementare la capacità della piattaforma navale di difendersi da minacce aeree più piccole, come quelle che possono arrivare da mini e microdroni.

Una capacità messa a punto e ottimizzata nei capannoni di via Valdilocchi soprattutto attraverso l’impiego dell’intellingenza artificiale. All’evento di avvio dei lavori erano presenti, tra gli altri, il direttore generale della divisione navi Militari di Fincantieri, Dario Deste, il direttore della direzione degli armamenti navali (Navarm), ammiraglio ispettore capo Giuseppe Abbamonte e l’amministratore delegato di Orizzonte Sistemi Navali, Giovanni Sorrentino. Una volta terminati i lavori per la realizzazione dello scafo, il pattugliatore sarà trasferito allo stabilimento del Muggiano per gli allestimenti e per l’installazione dei sistemi di difesa.

Roberta Della Maggesa