MATTEO MARCELLO
Cronaca

Peste suina africana, primo caso a Varese Ligure. Scattano le zone di restrizione

Gli esami dell’Istituto zooprofilattico accertano la presenza del virus nella carcassa di un cinghiale. Quindici comuni dell’entroterra e della riviera interessati dalle misure di biosicurezza dell’Ue

Un gruppo di cinghiali

Un gruppo di cinghiali

Varese Ligure (La Spezia), 20 marzo 2024 – Per i cacciatori era ormai solo una questione di tempo: l’ondata di casi di peste suina africana in questi mesi aveva ormai raggiunto il confine spezzino, tanto da costringere nelle ultime settimane l’Ue ad aggiornare l’elenco dei territori sottoposti a restrizioni. A distanza di oltre due anni dallo scoppio dell’epidemia di Psa, nello Spezzino è arrivato il primo caso: si tratta di un cinghiale trovato morto circa due settimane fa al confine tra Varese Ligure e il territorio parmense. Le analisi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, coadiuvato dai carabinieri forestali di Varese Ligure, hanno certificato la presenza del virus, mortale per cinghiali e suini ma non trasmissibile all’uomo. Una situazione delicata, che rischia di ripercuotersi non solo sul mondo venatorio – ancora molto rappresentato in alta Val di Vara, con decine di cacciatori ancora in attività – ma anche sulle altre modalità di fruizione del territorio finito di fatto in zona rossa. In base all’ultimo dispaccio della Commissione Europea, sono tre i territori soggette alle restrizioni di tipo II, ovvero quelle aree in cui è stata riscontrata la presenza di infezione da Psa solo in popolazioni di cinghiali selvatici. Si tratta di Varese Ligure, Maissana e Sesta Godano.

In queste aree sono state introdotte particolari misure di biosicurezza, a partire dallo stop all’attività venatoria – consentite solo battute selettive, con i cinghiali abbattuti destinati all’inceneritore – mentre la fruizione delle aree rurali boscate o prative è consentita esclusivamente lungo i sentieri inclusi nella rete escursionistica regionale o, comunque, su quelli segnalati. I cani devono essere condotti esclusivamente al guinzaglio, ed è vietato campeggiare salvo che in specifiche aree delimitate e regolamentate; all’inizio e al termine delle attività all’aria aperta è obbligatorio il cambio delle calzature, mentre chi pratica mountain bike è tenuto a disinfettare le ruote delle biciclette. La raccolta di funghi e tartufi è consentita solo ai residenti dei comuni dell’area oggetto di restrizioni, nonché ad affittuari e proprietari di seconde case.

Numerose anche le prescrizioni da rispettare per lo svolgimento delle attività agrosilvocolturali. Sono invece dodici i territori comunali compresi nella ’fascia cuscinetto’, ovvero la zona di restrizione di tipo I , dove non è stata riscontrata l’infezione: si tratta di Carro, Carrodano, Deiva Marina, Calice al Cornoviglio, Beverino, Pignone, Zignago, Borghetto Vara, Brugnato, Levanto, Rocchetta Vara e Framura. In queste aree, le limitazioni riguardano unicamente gli allevamenti di suini e le attività relative alla caccia al cinghiale – si può praticare, con le carni che dopo essere state analizzate devono essere esclusivamente autoconsumate – e non ci sono limitazioni alla pratica delle attività outdoor. Sulla vicenda, nei giorni scorsi a Sesta Godano si è tenuta una riunione indetta dall’Ambito territoriale di caccia della Spezia presieduto da Roberto Canata, alla rpesenza dei tecnici dell’Asl. "I cacciatori sono preoccupati – dice Canata – perchè in questo momento ci sono tante normative da rispettare; ora aspettiamo la pubblicazione della nuova ordinanza del commissario straordinario, che dovrebbe uscire a breve".