PAOLO
Cronaca

Più dialogo tra ricerca e impresa

Il Presidente di Confartigianato risponde all'editoriale sulla situazione del Polo universitario Marconi, sottolineando l'importanza di unire formazione e impresa per lo sviluppo della comunità. Riconosce le potenzialità del Polo ma evidenzia la necessità di un maggiore coinvolgimento del mondo imprenditoriale per farlo crescere.

Più dialogo tra ricerca e impresa

Il Presidente di Confartigianato risponde all'editoriale sulla situazione del Polo universitario Marconi, sottolineando l'importanza di unire formazione e impresa per lo sviluppo della comunità. Riconosce le potenzialità del Polo ma evidenzia la necessità di un maggiore coinvolgimento del mondo imprenditoriale per farlo crescere.

Figoli*

Cara direttrice, ho letto con interesse il suo editoriale “Chi tace si è già fatto da parte” sul Polo universitario Marconi. E come associazione datoriale desidero chiarirlo: Confartigianato non vuole farsi da parte; la piccola e micro impresa che rappresentiamo crede nell’università spezzina come polo di eccellenza nel design navale. Per questo mi permetto di entrare nel dibattito con alcune considerazioni. La parola università deriva dal latino ‘universitas’ e significava ‘complesso di tutte le cose’, e ‘universus’ tutto insieme, unitarietà del sapere. L’idea di fondo dell’università è questa, che la formazione della persona debba tenere insieme, in modo riflessivo e critico, le varie conoscenze. Ciò significa anche saper guardare alla nostra città nel suo complesso, tenendo insieme gli elementi di forza, le peculiarità e le criticità per individuare possibili opportunità di sviluppo e benessere della comunità. La chiave di lettura scelta per questo nostro ‘universus’ è il mare, la nautica, il design navale, la marineria, filigrana della nostra più essenziale vocazione. Il mio predecessore e maestro, il compianto Alfredo Toti, per molti anni presidente di Confartigianato, ha sempre creduto nel Polo, difendendolo strenuamente nei tanti ruoli che ha ricoperto. Come Confartigianato sin dal 2008 ce ne siamo occupati anche con momenti pubblici di confronto. Il Polo, almeno nelle prime intenzioni, avrebbe dovuto essere uno stimolo per la città e per il mondo imprenditoriale e la vicinanza del tessuto produttivo avrebbe dovuto coinvolgere nell’attività di ricerca e sperimentazione i laureandi prima e occupare i laureati dopo. Non possiamo certo dire che tutto questo sia avvenuto. La contaminazione tra ricerca e impresa è ancora agli albori ma non possiamo buttare via il bambino con l’acqua sporca: l’Università è ancora una grandissima occasione per la città e cittadini e imprenditori devono mobilitarsi affinché il progetto e lo spirito originale sia salvaguardato e cresca.

*Presidente Confartigianato