CLAUDIO MASSEGLIA
Cronaca

Incubo povertà, allarme di Caritas: "In aumento le famiglie in difficoltà"

Arrivano dati preoccupanti dal report sull’attività dei ventuno centri di assistenza sparsi in tutta la provincia. "Lavoro e casa le emergenze principali. La pandemia ha lasciato pesanti strascichi non solo economici"

Il vescovo Monsignor Luigi Palletti

Il vescovo Monsignor Luigi Palletti

La Spezia, 28 giugno 2023 – Sempre più poveri, sempre più bisognosi di un aiuto quotidiano anche solo per mettere insieme il pranzo con la cena. Sono i freddi numeri a testimoniare come il tessuto economico cittadino viva un momento particolarmente delicato, soprattutto per certi strati sociali travolti nel corso degli anni dalla carenza di lavoro prima, dalla pandemia poi e dal crollo del potere di acquisto dell’euro in ultimo, causato dagli effetti indotti della guerra. E ad allarmare sono anche i pesanti strascichi, economici e sociali lasciati dall’emergenza sanitaria, soprattutto fra i giovani. Analisi a tutto tondo proposta ieri dalla Caritas diocesana in occasione dell’annuale ’Report statistico sulle povertà’ con dati sia locali che nazionali. Campanello d’allarme suonato a più mani da chi, nel corso della giornata, ha sottolineato come l’importante rete di assistenza e aiuto in provincia, stia sopportando "un carico di lavoro sempre maggiore proprio a causa delle crescenti difficoltà in ambito sociale". Un numero su tutti: nel corso del 2022 la rete d’assistenza ecclesiastica spezzina ha accolto 161 persone al giorno fra Mensa del povero, ristoro ’Gli amici’, Dormitorio ’Buon Samaritano’, Colazione del Sorriso e la rete dei 21 servizi di Carità sparsi sul territorio. L’analisi di Caritas è stata suddivisa in tre determinati periodi storici per evidenziare come la situazione sia cambiata (in peggio) a causa degli eventi. Così dal gennaio 2015 al dicembre 2019 (quando di Covid ancora non si sentiva parlare) nelle rete dei 21 servizi provinciali sono state accolte 4844 persone, come registrato dai dati Caritas.

A bussare alla porta in cerca di aiuto era nella maggior parte dei casi il profilo di "un uomo, fra i 45 e i 54 anni – spiega Stefano Strata dell’Osservatorio Caritas Spezia – con moglie e figli e casa in affitto, proveniente dal Maghreb o Repubblica Dominicana, meno invece dall’Africa centrale. Le sue necessità? Un lavoro stabile e una casa". Poi nel gennaio 2020 a complicare ulteriormente le cose è arrivata la pandemia che ha cambiato l’identikit di chi cercava a aiuto (1938 persone). "In primis donne italiane di 45-54 anni, sposate con figli, con problemi economici".

Proprio a causa della crisi pandemica tante famiglie in difficoltà economica si sono rivolte per la prima volta alla rete assistenziali: 1207 nel corso del solo 2021, quando nel quadriennio 2015-2019 erano state 3700. E anche se la pandemia è stata dichiarata chiusa il 5 maggio scorso, i suoi effetti si continuano a sentire ancora, modificando per la terza volta l’identikit di chi bussa alla porta in cerca di una mano per poter andare avanti: il profilo stavolta è quello di una donna straniera fra 45 e 64 anni, alle prese con i ’soliti’ problemi economici e abitativi "questi ultimi – sottolinea Strata – aumentati fino a diventare una vera e propria emergenza casa" in provincia di Spezia. Ad allarmare è anche il numero crescente di giovani sotto i 35 anni costretti dalla situazione a chiedere un sostegno.

E sempre a proposito di giovani c’è un altro tipo di povertà a creare preoccupazione, è quella ’generazionale’ "che ha portato tanti ragazzi – spiega Gabriella Raschi del Gruppo Volontariato Vincenziano – ad essere scontenti, ribelli e senza obiettivi" soprattutto dopo le pesanti restrizioni del lockdown che hanno impedito una vera socializzazione, come successo anche agli anziani. "Come Gvv facciamo le ’visite domiciliari’ attive nel nostro gruppo sin dal 1617, andiamo a conoscere le famiglie povere nel loro ambiente di vita, cerchiamo di dar loro la forza per andare avanti".