REDAZIONE LA SPEZIA

Prenotazioni e proteste. Turisti su Via dell’Amore: "Ma il ticket è troppo caro"

Code e buon afflusso, eppure nessun tutto esaurito per il sentiero riaperto. Visitatori colpiti dai costi eccessivi: "Già speso per le card, perché ripagare?" .

La Via dell’Amore da ieri è stata riaperta anche ai turisti

La Via dell’Amore da ieri è stata riaperta anche ai turisti

Cento visitatori fra le 16 e le 17, un flusso costante, ma non massiccio: buona affluenza e non tutto esaurito per la Via dell’Amore nel primo giorno di apertura a tutti, dopo un rodaggio di due settimane con l’accesso riservato ai residenti nei Comuni di Riomaggiore, Vernazza, Monterosso, La Spezia e Levanto. Fra vacanzieri, in prevalenza italiani, che hanno pianificato di arrivare alle Cinque Terre in questo periodo per poter godere della meraviglia del sentiero ritrovato dopo 12 anni, e quelli esteri, alcuni approdati appositamente per camminare in quei 900 metri, altri stupiti di esser arrivati nel giorno dell’apertura. Una fortuna da sfruttare. La macchina è organizzata: partono al mattino i siti per la prenotazione, mentre l’info point del parco nazionale delle Cinque Terre sforna biglietti a ripetizione: serve essere in possesso della card, se non si vive nei tre comuni di questo lembo di costa o nel resto della provincia della Spezia dopo le 17 (con strascichi di polemiche feroci nei giorni precedenti la riapertura a tutti), i visitatori arrivano, presentano i titoli e solo durante la mattinata si è registrato qualche disagio perché sprovvisti. Ma c’è chi dice no: alcuni turisti in arrivo da angoli diversi del mondo hanno parecchio da ridire sul doppio balzello per il sentiero, che per l’amministrazione di Riomaggiore è la pietra miliare per il lancio del controllo dei flussi.

"Troppo caro", "Abbiamo già speso per la card, perché dobbiamo ripagare?", "Fra treni e biglietto, non vogliamo spendere così tanto" sono alcune delle frasi che abbiamo sentito fra l’ingresso e il point. Ma alla fine la maggioranza è disposta ad aprire il portafoglio e a vivere l’esperienza: selfie, scatti, bocche aperte per il ciclopico lavoro di restauro e le pareti quasi verticali che si tuffano nel mare blu. E molti vanno oltre il turismo da social, approfittando delle guide a disposizione sul percorso, simbolo della musealizzazione di questo sentiero. Ucraini, giapponesi, francesi, spagnoli, tanti italiani da ogni regione, tedeschi, olandesi e chissà quante altre lingue sentiranno queste pietre. Dal varco di Manarola i turisti vengono respinti: si passa solo da Riomaggiore, ma se molti chiedono, le facce sono interdette. Manca ancora un’informazione capillare, anche le strutture devono fare la loro parte. Ma se il rodaggio va migliorato, sono le parole di una degli addetti ai lavori a sintetizzare il sunto della giornata: "La gente dovrebbe esser più consapevole della fortuna che sta vivendo: è vero che si paga, ma questo posto vale come una lunga lastra d’oro".