MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

Costi alle stelle, frantoi senza scelta. "Aumenteremo il prezzo dell’olio"

L’ipotesi è di 5 euro al quintale, ma potrebbe essere anche di più. "E’ inevitabile, non possiamo lavorare in perdita"

Luigi Ambrosini

Luigi Ambrosini

La Spezia, 4 ottobre 2022 - E’ da sempre considerato, insieme al vino, una delle eccellenze della nostra terra ma dalle prossime settimane una buona bottiglia di olio d’oliva avrà prezzi salati, per altro ancora completamente da quantificare. Quello che è certo comunque è l’arrivo di aumento che anche i produttori di olio spezzini, della Val di Magra e Val di Vara, si troveranno costretti ad applicare a causa dei rincari che, a cascata, partono dall’elettricità e arrivano al tappo. Per tutto c’è stato un aumento e se aggiungiamo un’estate straordinariamente secca, il virus che ha colpito l’oliva e ne ha impedito la crescita ecco che a giusta ragione i frantoiani non hanno sensazioni positive su quello che li aspetta e di conseguenza troveranno anche i consumatori.

Per questo le preoccupazioni le hanno espresse durante l’assembea che si è tenuta nei giorni scorsi nella sede spezzina di Confartigianato. "Purtroppo saremo costretti a aumentare qualcosa – ammette Luigi Ambrosini presidente dell’associazione frantoiani spezzini di Confartigianato e titolare del frantoio di Bradia a Sarzana – ma non sappiamo neppure indicare quanto e dipenderà inoltre anche dalla quantità delle olive. I prezzi del mercato non sono ancora ufficiali quindi si può soltanto ipotizzare un aumento di almeno 5 euro al quintale ma è una stima che calcoliamo sul rincaro della corrente, acqua e gas non ancora su quello delle olive. Non si può lavorare in perdita e per cui l’aumento sarà inevitabile. Abbiamo già sentito i colleghi di Imperia e anche da loro sono state già decisi i rincari, proprio perchè altrimenti non si riuscirebbe a gestire neppure i costi". L’estate estremamente calda e senza pioggia unita alla cecidomia delle foglie dell’olivo ha causato un drastico calo della produzione. Prova a prenderla con ironia Armando Schiffini della Casa dell’Olio in Valdurasca. "Saranno fortunati – spiega Schiffini – quelli che hanno continuato l’attività utilizzando l’asino e la ruota per la spremitura delle olive. Per tutti gli altri invece gli aumenti saranno pesantissimi. Un frantoio ha consumi di energia, acqua, gas e poi è rincarato tutto, anche il vetro per cui per noi produttori dover aumentare il costo della vendita equivale alla sopravvivenza".

I frantoi sono diventati negozi di alta qualità dove a farla da padrone è l’olio nelle sue varie declinazioni. Non soltanto in bottiglia ma anche con vari prodotti ricavati con la base dell’oliva. Quindi i costi saranno amplificati non soltanto per la spremitura dei prodotti consegnati dai privati ma anche nelle vendita al dettaglio. Marco Lucchi del frantoio Lucchi e Guastalli di Santo Stefano Magra non si distacca dal giudizio dei colleghi e lancia una richiesta. "Si deve affrontare - spiega Lucchi - il problema della siccità con gli enti e il Canale Lunense. Se andremo incontro a estati sempre meno piovose c’è il rischio di non avere più neppure le olive tra qualche anno. Superata la crisi idrica adesso siamo costretti a fronteggiare costi esagerati su tutto ed è naturale essere preoccupati. E ancora non sappiamo quali saranno gli aumenti che i produttori di olive della Sicilia, Puglia e Abruzzo (dai quali acquistiam) ci imporranno, perchè in questo caso va messo in contro anche il trasporto. Alzare il prezzo di almeno cinque euro al quintale significa sostenere i costi diventati veramente pesanti".