L’accordo sottoscritto qualche settimana fa tra Rheinmetall e Leonardo deve ancora sciogliere le ultime pratiche burocratiche prima di vedere nascere ufficialmente la Leonardo Rheinmetall Military Vehicles. Ma entro dicembre la storica joint venture dovrebbe essere pronta per poi arrivare nel primo trimestre del prossimo anno alla firma del contratto per la fornitura di mezzi militari terrestri alle forze armate italiane che rientra nella commessa per carri armati MBT e mezzi per la fanteria. La prospettiva è stata confermata dal ceo Armin Papperger nel corso della presentazione dei conti. "Il budget del governo italiano è ora 2,5 miliardi per i Lynx e l’anno prossimo per i Panther è tra 8 e 9 miliardi di euro. Le commesse per il 2025 dovrebbero ammontare a 10 miliardi". lntanto il consiglio di amministrazione di Leonardo presieduto da Stefano Pontecorvo si è riunito ieri approvando all’unanimità i risultati dei primi nove mesi del 2024.
"L’andamento economico-finanziario del periodo – ha spiegato Roberto Cingolani amministratore delegato e direttore generale di Leonardo – con lo sviluppo del business e il rafforzamento degli indicatori finanziari, grazie anche all’attuazione del programma di efficientamento in essere, sta confermando la bontà del percorso intrapreso nel perseguimento degli obiettivi indicati nel piano industriale". Leonardo ha perfezionato l’acquisizione, nel settore dei radar, del controllo di GEM Elettronica e nel percorso delle alleanze internazionali ha visto l’accordo con Rheinmetall, che consente all’azienda di giocare un ruolo centrale, a livello internazionale, nei programmi del nuovo Main Battle Tank e della nuova piattaforma Lynx per l’esercito italiano. "Un obiettivo – ha proseguito Cingolani – raggiunto in meno di sei mesi, dimostra l’importanza strategica di muoversi con agilità e determinazione nello scenario competitivo internazionale". Un accordo, quello con il partner tedesco, che avrà una ripartizione del lavoro paritaria con il 60% delle attività da svolgere in Italia, incluso integrazione, test di omologazione per i quali necessiteranno nuovi spazi, attività di consegna e supporto logistico. Una buona notizia quindi per Spezia che avrà garantito lavoro e quindi nuova occupazione almeno per i prossimi 10 anni. I due percorsi fissati infatti, – quello per il nuovo carro armato dell’Esercito Italiano e per la fanteria, calcolano un giro di affari stimato in 23 miliardi. Negli ultimi tre anni si è registrato un aumento del 30 per cento degli addetti, portando il totale a circa 1.120 alla fine del 2023.
Massimo Merluzzi